Serie C, Ghirelli sull’ipotesi di sospensione del campionato: “valuteremo promozioni e retroscessioni, ma vanno evitati contenziosi”

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Intervista al Presidente Ghirelli, ecco la situazione in Serie C: dalla possibile sospensione dei campionati, al taglio degli stipendi per i calciatori

Francesco Ghirelli, Presidente di Lega Pro, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e Presidente della società delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sulle decisioni prese nella riunione della Uefa. “Si è stabilito di provare ad arrivare fino in fondo alla regolarità dei campionati nazionali, aprendo la finestra fino a luglio e poi successivamente terminare la Champions –ha affermato Ghirelli-. In modo da assicurare la regolarità dei campionati ed evitare che il calcio si infili in un contenzioso pazzesco. Se un presidente varcasse la porta di un tribunale mentre la gente starà piangendo i propri cari, mentre starà avendo problemi col lavoro, ci sarebbe una rottura col comune sentire. Il calcio pagherebbe un prezzo troppo pesante, al punto da essere messo in discussione”.

Sugli taglio degli stipendi dei calciatori. “La Juventus ha sospeso 4 mensilità, ma se riprendesse il campionato si siederà coi calciatori per valutare cosa fare. Io credo che questa norma di salvaguardia sarà inserita da tutte le società”.

Sulla Serie C. “Il primo punto è la salute. A me fanno ridere quelli che cominciano a parlare delle date, perché stabilire ora la data è più difficile che vincere alla Lotteria Italia. Prima dovremo riuscire a mandare via il virus, bisognerà poi sentire le autorità sanitarie. Noi siamo stata l’unica Lega che ha presentato al governo la valutazione dell’impatto economico-finanziario e nella stagione 20-21 sarà ancora più problematico l’impatto. Noi rischiamo la continuità aziendale. Il proprietario di una società di calcio è proprietario di un’azienda, che è in crisi. Nel momento in cui dovrà decidere cosa fare, sceglierà l’azienda madre rispetto alla società di calcio. Bisogna però stare attenti all’umore della gente. Io ho dei dati, per tutti gli episodi che abbiamo visto, con i tira e molla su giocare e non giocare, allenarsi e non allenarsi, noi siamo ai minimi storici di attenzione e interesse della gente. Terminare la stagione qui? Bisognerebbe anche valutare come si retrocede. Dobbiamo evitare contenziosi. Se qualche presidente decidesse che per un suo interesse valicherà il portone di un tribunale sportivo o ordinario, la gente ti darà un calcio nel sedere”.

Sulle misure economiche per le società. “Il pagamento di tasse, contributi sono stati spostati fino a giugno, adesso li vogliamo spostare fino a novembre. Con il Decreto Cura Italia per la prima volta il calcio è stato riconosciuto nell’apparato produttivo e industriale del Paese. Questo gli deve consentire di utilizzare strumenti come la cassa integrazione, l’apprendistato, dopodichè stiamo lavorando su un provvedimento che faccia un fondo di sostegno alle società calcistiche che sia alimentato dall’1% dell’introito delle scommesse, 50% per il calcio e 50% degli altri sport, dentro questo ci devono entrare anche Cassa depositi e prestiti e la Figc”.

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