Coronavirus, alla fine Conte cede alla Regioni. Santelli: “con quelle linee guida non avrebbe potuto riaprire nessuno” [DETTAGLI]

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Coronavirus e Fase 2: le Regioni la spuntano all’alba sulle linee guida

Confronto durato fino a notte fonda tra il governo e le Regioni sul tema delle riaperture. Dopo l’intesa raggiunta venerdi’ ieri sera erano ritornate le distanze. “Troppi cavilli”, sono insorti il governatore ligure Toti e altri presidenti di regione. “Il Dpcm – questa la protesta – non faceva neanche riferimento al protocollo unitario firmato dalle Regioni“. Solo al termine di un lungo braccio di ferro l’accordo con la mediazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: il documento dei presidenti delle regioni sara’ allegato al Dpcm. Ma nelle lunghe ore di trattativa ci sono stati momenti di forte contrasto. Alcuni governatori raccontano che lo stesso premier ha spiegato ai suoi interlocutori di non essere un’autorita’ scientifica o un organo tecnico. Ne e’ nata una disputa tra ‘avvocati’. A cui, tra gli altri, hanno preso parte il governatore lombardo Attilio Fontana, il vicepresidente della Giunta campana Bonavitacola e il presidente pugliese e magistrato Michele Emiliano. Altro punto su cui si sarebbe discusso – viene riferito – e’ la necessita’ di una preventiva indagine epidemiologica sul tema delle riaperture, poi l’intesa sull’obbligatorieta’ di fare riferimento al monitoraggio del ministero della Salute. “Lavoro intenso e molto utile per far ripartire l’Italia in sicurezza. Le richieste delle Regioni erano legittime, la soluzione e’ stata raggiunta nell’interesse del Paese“, le parole del ministro per gli Affari regionali Boccia, “l’accordo che riprende le linee guida delle Regioni per le ordinanze sancisce ancora una volta la leale collaborazione tra Regioni e Governo”. “Il nostro obiettivo e’ sempre stato quello di dare regole certe alle attivita’ che da lunedi’ potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini“, ha osservato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.

Fase 2, Santelli: “il Governo non può andare contro tutte le Regioni”

Il governo non puo’ andare contro tutte le Regioni italiane all’unanimita’“. Lo ha detto la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, commentando, a Sky Tg24 Agenda, l’esito del confronto notturno delle Regioni con il governo nazionale. “Ci eravamo lasciati giorni fa con il presidente Conte – ricorda Santelli – con un’indicazione per cui le Regioni avrebbero dovuto inviare delle linee guida e chiedere delle riaperture al governo, linee guida che abbiamo mandato. Poi ci siamo confrontati con il presidente Conte e si e’ determinata l’idea di fare linee guida comuni. Il tema e’ particolarissimo e molto delicato. Noi abbiamo contestato – e mi sembrava che ne fosse perfettamente consapevole anche il governo, sia il presidente Conte sia il ministro Boccia – che sostanzialmente le linee guida dell’Inail erano inapplicabili, con quelle non avrebbe riaperto nulla in Italia. “Noi – ha spiegato la presidente della Regione Calabria – ci siamo rimessi a lavorare, e abbiamo definito un testo adottato dalla Conferenza delle Regioni che metteva linee guida comuni anche per omogeneizzare il territorio. E’ un grande risultato, e’ un lavoro su cui pochi avrebbero scommesso. Una volta che siamo riusciti a tirar fuori il testo, ovviamente pretendiamo che quel testo rientri nel Dpcm, venga allegato, e non ci siano contrasti interpretativi tra le linee guida dell’Inail che il governo prende, e le linee guida della Regione. Siamo a questo punto: stamattina il presidente alla Conferenza delle Regioni ha chiesto formalmente al governo che le linee guida dettate dalla Conferenza delle Regioni facciamo parte sia delle premesse sia degli allegati del Dpcm“. Santelli ha quindi aggiunto: “Dopo tre giorni di trattative in cui si e’ detto tutto e il contrario di tutto, devo fare uno sforzo di ottimismo e di fiducia. Mi aspetto quello che si e’ detto stanotte, che il governo non puo’ andare contro tutte le Regioni italiane all’unanimita’. Non e’ un problema di colore politico, spesso non e’ stato neanche un problema di collocazione geografica, ma di attenzione a rivendicazioni territoriali da parte del governo, attenzione alle problematiche applicative e che sono state prese dalle Regioni all’unanimita’. E questo – ha concluso il presidente della Regione – deve avere una valenza politica forte anche e soprattutto per il governo“.

Fase 2, Gelmini: “Governo inadeguato non ha costruito strategia per la ripartenza”

Domani l’Italia riparte, tra incertezza e confusione. Il governo non e’ stato in grado di costruire una strategia per la ripartenza: tra 24 ore la ‘fase 2′ entrera’ nel vivo affidandosi esclusivamente al senso di responsabilita’ degli italiani e alle ordinanze dei singoli governatori.Palazzo Chigi, con le sue inutili task force, ha sbagliato tutto, non ha avuto il coraggio di coinvolgere opposizioni e Regioni, e poi, in extremis, ha tentato di scaricare il peso delle decisioni unicamente su queste ultime.La gestione della crisi la dice lunga sull’inadeguatezza di chi si trova pro tempore a guidare il Paese.Ma nonostante tutto siamo ottimisti: gli italiani, che hanno rispettato con rigore le regole del lockdown, saranno all’altezza della sfida che abbiamo di fronte“. Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.

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