Siciliani a Milano: “rientrare a casa è un’odissea e nessuno ci ascolta” [INTERVISTA]

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Vi raccontiamo la storia di Claudio e Ilenia, due Siciliani di 28 anni che studiano e lavorano a Milano

Sono arrivate numerose segnalazioni in merito alla difficoltà di alcuni fuori sede di tornare in Sicilia. Il governo ha dato il via alla fase 2 permettendo il ritorno a casa di molte persone, le stesse che saggiamente e civilmente hanno desistito dal farlo nei primi giorni di emergenza.
Tornare si, ma come? Aerei, treni e traghetti senza posti o con prezzi assurdi, prenotazioni annullate e soprattutto nessuna risposta da parte di chi dovrebbe garantire e tutelare il rientro a casa di tutta questa gente. Due mesi fa si è permesso quel famoso esodo selvaggio che ha dato modo a molti di rientrare mettendo anche a rischio familiari e non solo, mentre ora si fa a scaricabarile pur di non assumersi le responsabilità e aiutare chi è stato attento e onesto quando bisognava esserlo. Oggi vi raccontiamo la storia di Claudio e Ilenia, due Siciliani di 28 anni che studiano e lavorano a Milano.

Perché non siete tornati in Sicilia a marzo?

“Abbiamo avuto la tentazione di farlo, ma parlandone abbiamo capito che sarebbe stata una follia, soprattutto sarebbe stata una mancanza di rispetto verso i nostri familiari, i nostri amici e tutti coloro che ci stavano attorno. Ci siamo fidati e affidati a chi ci chiedeva un sacrificio e soprattutto pazienza.”

Cosa fate a Milano?

Io lavoro o meglio lavoravo in un bar, mentre Ilenia sta studiando come parrucchiera. Siamo qui a Milano da settembre ed è dura”

Ora che non lavorate come fate?

È un dramma. I nostri genitori ci hanno aiutato e devo dire anche la padrona di casa ci è venuta incontro dimezzando il prezzo, ma non è affatto facile. Spediamo per mangiare, ma non abbiamo entrate. Io ho venduto alcuni giochi della PS4 per racimolare qualcosa.”

Ora potete tornare in Sicilia, siete pronti a farlo?

Quando ci è stato detto che potevamo rientrare eravamo felicissimi e ci siamo subito fiondati a vedere treni o aerei per tornare giù. Ma niente, poche compagnie e pochissimi biglietti anche cari. Abbiamo trovato un volo con Ryanair per il 22 maggio, ma dopo qualche ora averlo prenotato e pagato è stato cancellato. Non siamo ancora stati rimborsati e ci hanno slittato al 29.
Non sappiamo a chi rivolgerci per essere assistiti.”

Per il viaggio avete paura a livello sanitario?

La voglia di tornare a casa è tanta, ma vogliamo stare attenti e rispettare al massimo le regole, la paura più grande che abbiamo è quella di non essere tutelati. Non ci è stato detto cosa dobbiamo fare e che misure di sicurezza verranno adottate per il viaggio. Siamo allo scuro di tutto e questo ci preoccupa.”

Col senno di poi sareste partiti a marzo con gli altri?

Ti dico di no perché siamo convinti della nostra scelta. Una responsabilità verso chi ci ama e amiamo. Però purtroppo in Italia gli onesti e i leali non vengono mai aiutati o ascoltati e questo fa male.”

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