Fase 2, la confusione regna sovrana. Il sindaco De Luca scrive al Governo e chiede chiarezza: “Se non ho risposte non apro nulla. A Messina l’ordinanza di Musumeci non si applica”

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Fase 2, il sindaco De Luca scrive al Premier Conte per evidenti contrasti tra il suo DPCM e l’ordinanza di Musumeci: “Pretendo chiarimenti sulle aperture che posso autorizzare, nell’attesa ville, cimiteri e parchi di Messina resteranno chiusi. Inoltre, cosa fare con chi farà ritorno in Sicilia?”

Ordinanza del 30 aprile del presidente della Regione, ordinanza del 29 aprile del Ministro dei Trasporti e dpcm del 26 aprile del Presidente del Consiglio dei Ministri. Cosa si potrà fare dal 4 maggio in poi? Il sindaco di Messina stasera in diretta Facebook ha cercato di fare il punto sulle “incongruenze” tra queste fonti normative che disciplinano la fase 2 e nelle scorse ore ha inviato dei quesiti formali al Governo e alla Regione per avere chiarimenti al riguardo. In particolare, una delle questioni sulle quali stasera il primo cittadino ha cercato di fare chiarezza è l’apertura dei cimiteri, dal momento che, con l’ordinanza regionale del 30 aprile, Musumeci attribuisce ai sindaci la facoltà di consentire  le visite ai defunti.

De Luca, a differenza di quanto hanno già fatto altri sindaci della provincia di Messina, per il momento non intende riaprire i cimiteri e, al riguardo, rispolvera la circolare ministeriale dell’8 aprile scorso, che vieta espressamente le visite al camposanto.

Con la propria ordinanza il Presidente Musumeci – ha detto De Luca – autorizza all’apertura di cimiteri, di attività di tolettatura per animali, di pesca sportiva, spostamento imbarcazioni, sistemazione delle strutture balneari e pulizia spiagge, aperture circoli e società sportive per attività all’aria aperta. Ma queste attività non sono previste nel DPCM, anzi si pongono in aperto contrasto. Rammento che qualche giorno fa, proprio il Prefetto di Messina ha chiarito che nell’eventuale contrasto tra l’ordinanza sindacale e quella della Regione, prevale quest’ultima in quanto il Presidente della Regione è soggetto attuatore con il compito di coordinare le attività della Protezione civile e della Sanità per il contenimento del contagio da Coronavirus, al quale lo stesso D.L. n. 19 del 25 marzo 2020 attribuisce altresì la facoltà, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del contagio, la facoltà di introdurre misure ulteriormente restrittive. Nulla, invece, prevede il citato Decreto Legge in merito ad una facoltà per i Presidenti delle Regioni di introdurre misure che alleggeriscano le restrizioni o che, come nel caso in esame, le annullino del tutto”.

“A Messina non apriremo i cimiteri e non consentiremo lo svolgimento di attività in contrasto con le disposizioni nazionali”

“Considerato che l’ordinanza di Musumeci entrerà in vigore a decorrere da lunedì 4 maggio – continua il Sindaco – chiedo un risposta esaustiva prima di tale data al fine di consentirmi di potere a mia volta emettere l’Ordinanza con la quale recepire e disciplinare le attività ammesse dal Presidente della Regione o, viceversa, vietare tali attività, concedendo ai miei concittadini un congruo preavviso tanto nella prima che per la seconda ipotesi. Fino a quanto non riceverò la risposta al mio quesito da parte del Presidente Conte, fornendo un chiarimento che consenta di evitare ai cittadini di incorrere in eventuali e incolpevoli violazioni di legge, a Messina non apriremo i cimiteri e non consentiremo lo svolgimento di attività in contrasto con le disposizioni nazionali. In sostanza non apriremo nulla che sia oggetto di violazioni delle disposizioni normative e che esporrebbero i titolari di tali attività anche alle contravvenzioni e alla sospensione dell’attività”.

Rientro in Sicilia: “Ministro Boccia, sei un ignorante”

Inoltre stasera il sindaco ha chiamato in causa anche il Ministro Boccia, che ieri in un’intervista in tv ha fatto riferimento alle “fantasiose” ordinanze dei sindaci d’Italia, citando anche quella di De Luca che istituiva la banca dati dello Stretto di Messina. De Luca si è rivolto al ministro: “Ministro Boccia, sei un ignorante. In Calabria con l’ordinanza del 30 aprile si entra attraverso un sistema di prenotazione preventiva di 48 ore, è lo stesso sistema che noi avevamo previsto con la banca dati dello Stretto. Il Presidente della Regione Calabria vieta a tutte le persone fisiche provenienti da altre regioni di trasferirsi o spostarsi in Calabria, se non per salute o lavoro. Nella mia ordinanza non c’era questo divieto. La Calabria ha utilizzato lo stesso criterio della banca dati dello Stretto. Se veramente la volontà di questo Governo – dice De Luca – è quello di impedire il rientro nel domicilio, abitazione o residenza in Sicilia, allora le uniche soluzioni possibili sono le seguenti: o si fa espresso divieto alle società di trasporto passeggeri di utilizzare le tratte verso la Sicilia, proibendo la vendita dei titoli di viaggio, oppure si obblighi la Regione Sicilia ad adottare lo stesso sistema di registrazione ed autorizzazione preventiva all’ingresso nel territorio regionale, come hanno già disposto i Presidenti della Regione Sardegna e Calabria i quali hanno dimostrato di avere perfettamente compreso il vero punto focale della questione che non può essere ridotto ad un formale divieto di rientro, ma che deve essere disciplinato in modo da conoscere, con anticipo, chi intende rientrare nel territorio regionale e avvisare i Sindaci dei comuni di destinazione del loro arrivo per consentire di adottare tutte le misure per la gestione della vigilanza sanitaria. Con tale spirito avevo attivato la banca dati ‘si passa a condizione’, che tuttavia è stata annullata dal Governo con inusitata celerità dopo un giorno dalla sua entrata in vigore. Anche su questo attendo un doveroso chiarimento dal Presidente Conte, per non dovere assistere nuovamente all’esodo di massa di persone che, giunte a Villa San Giovanni, non sapranno se potranno raggiungere la Sicilia o se verranno trattenute sul suolo Calabro come già accaduto lo scorso 23 marzo”.

Nuova ordinanza del sindaco

Il sindaco, in mancanza di risposte ai suoi quesiti, domani farà un’ordinanza con cui prorogherà le misure contenute nell’ordinanza sindacale del 25 aprile. A Messina quindi non si applicherà l’ordinanza di Musumeci: “Fino a quando non riceveremo i chiarimenti richiesti tramite nota ufficiale indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, non ci adegueremo alle disposizioni dettate dal Presidente Musumeci, che con la sua ordinanza n. 18 del 23/04/2020 si è posto in palese contrasto con il DPCM del 26/04/2020”. In mancanza di chiarimenti, quindi da lunedì a Messina si potrà fare ristorazione da asporto, saranno aperte ville e giardini, ma saranno inibite le aree gioco; saranno ammesse le attività sportive individuali  senza limiti; potranno riaprire i fiorai e le attività manifatturiere e dell’ edilizia, con conseguente riavvio del relativo commercio all’ingrosso.

Cosa prevede l’ordinanza di Musumeci

L’ordinanza di Musumeci, in vigore dal 4 al 17 maggio, si muove all’interno delle linee guida fissate da Roma, seppure con qualche “forzatura”.

Viene permesso alle famiglie di potersi trasferire nelle seconde case, a patto che non facciano la spola con la principale abitazione, ma vi rimangano per la stagione.

Disco verde anche per l’asporto ai ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar e pub, con il divieto di consumare nei locali e nelle adiacenze.

Si può accedere al cimitero e acquistare fiori e piante.

Un’attenzione, nell’ordinanza, anche verso gli animali da affezione per i quali sarà consentita la tolettatura.

Novità pure per le società sportive che sono autorizzate a iniziare attività amatoriali di corsa, tennis, pesca, ciclismo, vela, golf ed equitazione.

Rimangono congelate le limitazioni all’accesso nell’Isola almeno fino al 17 maggio.

In quella stessa data il governatore Musumeci spera anche di strappare al premier Conte il permesso di riaprire le loro botteghe ai parrucchieri per uomo e per donna.

Restano invariate le disposizioni relative all’obbligo di quarantena.

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