Messina, la rabbia di un giovane imprenditore di Venetico: “Stato assente, strappo la mia tessera elettorale”

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Messina, la rabbia di un giovane imprenditore di Venetico: “la mia risposta alle non risposte dello stato e della politica nazionale e regionale è questa: ho strappato la mia tessera elettorale”

Da qualche giorno siamo entrati in Fase 2, una fase che ha visto piccole riaperture e tanta voglia di tornare alla vita di sempre, ma ancora ci sono tantissimi dubbi su quello che sarà, soprattutto per imprenditori e lavoratori dipendenti. Alcuni proprietari di bar, ristoranti e altre attività commerciali hanno manifestato più e più volte la loro rabbia per alcune decisioni e responsabilità, secondo loro, mai prese dal Governo durante quest’emergenza.  Categorie che si sentono abbandonate al loro destino senza alcuna risposta concreta, supporto economico per il presente e soprattutto per il futuro.  Una confusione gestionale che ha portato all’esasperazione alcuni di loro, tra questi Fabio Miceli, noto e conosciuto titolare del Miceli Cafè a Venetico Marina.

Uno sfogo covato da settimane ed esternato, prima all’interno della trasmissione “Niente di Personale” di Giovanni Remigare e ieri sul profilo Facebook del giovane imprenditore, il quale ha manifestato il proprio dissenso su come è il Governo ha gestito l’attuale emergenza economica. Le parole disperate, forti e dirette fanno da contorno al clamoroso gesto di strappare la propria tessera elettorale, un gesto che rappresenta la rabbia e la mancanza di fiducia nei confronti di chi governa lo Stato Italiano.

Ecco tesserafabiole parole di Fabio Miceli: “La mia risposta alle non risposte dello stato e della politica nazionale e regionale è questa: ho strappato la mia tessera elettorale! Hanno perso una grande occasione, l’ennesima, per dimostrare la vicinanza in ogni modo alla popolazione specie in situazioni cosi drammatiche. E invece no, niente di tutto questo! La politica tutta nazionale e regionale ha dato l’ennesima dimostrazione, diversamente a quanto doveva fare, di pensare solo ai propri tornaconti elettorali mettendo in scena vergognose campagne elettorali persino in questi momenti da un lato e dall’altro. Cosi c’è gente che dopo due mesi deve ancora prendere la cassa integrazione o chi quando la prende scopre che la cifra indicata dall’INPS per PEC non è quella reale ma nettamente inferiore (la metà). Gente che non ha ancora ricevuto nemmeno i 600 euro mentre nel frattempo ha dovuto fronteggiare bollette e scadenze programmate e come se non bastasse spendere anche soldi per sanificazioni e pareti in plexiglas. Noi partite IVA siamo il polmone dell’economia italiana. Siamo circa 5 milioni e non meritiamo questo trattamento. Non si sono nemmeno accordati sulle misure da seguire per le riaperture di lunedì! Tra due giorni si dovrebbe riaprire e non sappiamo quali saranno le misure da seguire! È incredibile… In questa fase non mi sento di condannare solo i comuni, unici e ultimi nelle istituzioni a rimanere in trincea a vivere nella loro quotidianità le ansie, le paure, le proteste che i cittadini avrebbero e vorrebbero rivolgere a chi sta più in alto! Per questo motivo ho strappato la mia tessera elettorale. Non ha senso andare a votare quando non ti senti rappresentato da nessuno dei 915 “onorevoli” a Roma ne da quelli che siedono a Palermo. E soprattutto non ha senso quando pensi che da nove anni abbiamo avuto governi non scelti dal popolo o governi nati da alleanze parlamentari improponibili e impensabili. Mi auguro che questo gesto possa essere emulato e ripetuto da tutti coloro che si sentono presi in giro e sono stanchi di subire!”

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