Palmi, Papalia: “il governo sostenga i comuni, la regione modifichi il Riparti Calabria, ecco le nostre proposte”
“Il Covid-19, oltre ad aver segnato la nostra vita dal punto di vista sanitario, sta già producendo effetti tragici sull’economia e ciò vale, a maggior ragione, in quelle aree del Paese – come la Calabria – che soffrono un gap importante rispetto ad altri territori. Siamo consapevoli che l’Italia tutta – lo Stato, le Regioni, i Comuni ed i cittadini – si sta prodigando con una forza impareggiabile per non lasciare indietro nessuno, in uno dei momenti più bui della nostra storia repubblicana. In questo senso, vanno condivise ed appoggiate le vere e proprie richieste di aiuto che arrivano dalle imprese, dai lavoratori, dalle famiglie, spesso ostacolate da una burocrazia troppo arrugginita e da alcune scelte poco comprensibili. Molte sono le idee sul tavolo, molte le soluzioni possibili, tanto l’impegno profuso da chi responsabilmente si confronta con la quotidianità ed ascolta i cittadini”. E’ quanto scrive in una nota per l’Associazione Maestrale, Antonio Papalia.
“Lanciamo -prosegue- d
“Quanto alla seconda questione -aggiunge- i finanziamenti previsti con i bandi regionali “Riparti Calabria”, sono certamente una iniziativa meritoria: 120 milioni di euro per far ripartire l’economia calabrese non sono pochi e 2.000 euro per ogni piccola impresa del territorio possono ben rappresentare una boccata d’ossigeno. Detto ciò, bisogna però guardare alla realtà con buon senso e consentire che questo strumento funzioni per davvero. I vincoli di fatturato, la regolarità contributiva, l’assenza di pendenze pregresse con il fisco – come ogni imprenditore sa – sono requisiti posseduti da pochissime realtà economiche calabresi. Pretendere, in piena crisi e per avere 2.000 euro, che una impresa debba avere il DURC in regola è semplicemente un controsenso. Si tratta, infatti, di una misura assistenziale diretta ad attività ferme da mesi, che però – così articolata – pare pensata per realtà produttive “in salute”, che operano a pieno regime. Si intervenga, allora, sul bando, eliminando quantomeno il requisito della regolarità contributiva e dell’assenza di pendenze con il fisco”, conclude.