Coronavirus, il paradosso della fase 2: in Calabria con 0 casi polemiche per i tavolini all’aperto, in Lombardia con 720 casi al giorno folle e assembramenti ai Navigli di Milano
Folle e assembramenti nel focolaio europeo di Coronavirus a Milano per il cazzeggio dei Navigli, dove il contagio continua a dilagare. Ieri nella sola Lombardia abbiamo avuto 720 nuovi casi di positività al Coronavirus, mentre in tutta la Campania sono stati appena 9, in Sicilia 7, in Sardegna 5, in Calabria 3, in Basilicata nessuno. Eppure tutt’Italia è incomprensibilmente accomunata da scelte valide per tutto il territorio nazionale, un unicum mondiale: neanche nella Cina del regime hanno fatto così. Il nostro Paese invece ha i negozi chiusi dalle Alpi a Lampedusa, non si può andare in pizzeria e al ristorante neanche nelle Regioni del Sud dove il clima mite consente di consumare all’aperto, e la Regione Calabria che lo ha concesso con un’ordinanza del governatore Santelli è finita nel mirino di feroci polemiche. Come se fosse più pericoloso mangiare una pizza all’aria aperta mantenendo le distanze, rispetto alle folle e agli assembramenti incontrollati del capoluogo meneghino.
Inevitabilmente il premier Conte è in queste ore bersaglio delle ironie social:
Ma a prescindere dalle posizioni politiche contro la Regione Calabria, la realtà è che il Sud – voglioso di tornare al lavoro e magistrale nel rispetto delle regole – resta blindato nonostante abbia azzerato il contagio, soltanto perchè al Nord si continua a sottovalutare il problema. Com’è accaduto sin dall’inizio.
Adesso che sono passati due mesi e che il Sud ha retto l’onda del contagio di rientro dal Nord, pur piangendo centinaia di vittime ma smentendo gli uccellacci del malaugurio che già vedevano migliaia di cadaveri accatastati sulle spiagge, è ancora costretto a rimanere fermo perchè a Milano fanno l’aperiscemo senza mascherine tutti accalcati e hanno centinaia di nuovi casi giornalieri.
Adesso, però, perseverare è davvero criminale. Il Sud deve ripartire, e se in Lombardia la situazione resta grave, che si faccia adesso ciò che non si è fatto due mesi fa: blindare quella Regione. Le immagini degli aperitivi ai Navigli sono uno schiaffo per tutti i parrucchieri della Campania, gli estetisti siciliani, gli albergatori calabresi, i ristoratori sardi. Costretti a rimanere a casa con le saracinesche abbassate senza contagi nel loro territorio soltanto perchè in Lombardia non rispettano le regole e continuano a contagiarsi. E’ inaccettabile. Fosse accaduto il contrario, avremmo manifestazioni di piazza per chiedere la secessione leghista, le ronde padane a fare le notti sull’Appennino affinchè non arrivi nessuno, i carri armati a isolare gli appestati di Napoli o Palermo.
E menomale che quelli che ci governano sono tutti terroni: il Presidente della Repubblica di Palermo, il Presidente del Consiglio di Volturara Appula (Foggia), il Ministro della Salute e quello dell’Interno entrambi di Potenza, il Ministro degli Esteri di Avellino, il Ministro delle Regioni e delle Autonomie di Bisceglie, il Ministro della Giustizia di Mazara del Vallo, il Ministro dello Sport di Afragola, il Ministro all’Agricoltura di Ceglie Messapica, il Ministro all’Ambiente di Napoli, il Ministro del Lavoro di Catania, il Ministro dell’Istruzione di Siracusa.
Evidentemente sono incapaci, trincerati nel loro palazzo del potere e non si accorgono neanche quanto malcontento sta montando nelle loro città, nei loro territori. E anche questa è l’ennesima conferma che non conta tanto la provenienza quanto la qualità. Perchè qualsiasi settentrionale dotato di un minimo di intelletto avrebbe già consentito al Sud di ripartire da almeno venti giorni, cioè da quando il contagio è azzerato, lasciando invece chiuso il Nord dove la situazione continua ad essere difficile. Invece l’Italia deve essere una e unita nel dramma. Soltanto oggi però. Fosse stato al contrario…