Tragedia a Messina, operaio trovato morto in un cantiere a Venetico

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L’uomo è stato trovato morto dai colleghi di lavoro

Un operaio di 62 anni e’ stato trovato morto a Venetico, in un cantiere in provincia di Messina, che sarebbe fermo dall’aprile dell’anno scorso. A trovarlo i colleghi di lavoro che stavano recuperando due escavatori. Forse Vito Cambria ha avuto un malore ed e’ caduto da un ponteggio. Disposto il sequestro del cantiere e l’autopsia. Indagano i carabinieri. La Filca Cisl che esprime “vicinanza alla famiglia e dolore per la scomparsa del lavoratore edile avvenuta nella giornata di oggi a Venetico”. Per il segretario generale Giuseppe Famiano, “ancora oggi e’ difficile immaginare che un lavoratore sia costretto ad operare su una impalcatura a 60 anni. Le leggi in vigore dovrebbero tenere in considerazione la specificita’ e il rischio del lavoro edile”. Il sindacato da tempo tiene accesi i riflettori sulla sicurezza nei cantieri sollecitando Inail, Ispettorato del lavoro e Asp ad effettuare controlli a tappeto nei cantieri. “Soprattutto quelli privati – spiega Famiano – perche’ e’ necessario contrastare il lavoro nero e prevenire gli infortuni nei luoghi di lavoro”.

Uil Messina: “ancora una volta il mondo del lavoro è costretto a piangere una nuova vittima innocente”

“Ancora una volta il mondo del lavoro è costretto a piangere una nuova vittima innocente. E’ di queste ore la tragica notizia della morte dell’operaio sessantaduenne Vito Cambria, caduto sul lavoro mentre si trovava su un’impalcatura nei pressi di un cantiere edile nel comune di Venetico. Nell’esprimere assoluta vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia dello sfortunato lavoratore, chiediamo che sia fatta rapidamente chiarezza rispetto alle misteriose dinamiche dell’incidente e, contestualmente, in merito al livello di applicazione delle norme di sicurezza nel cantiere in questione“ lo hanno dichiarato Ivan Tripodi, Segretario generale Uil Messina, e Pasquale De Vardo, Segretario generale Feneal Uil Tirrenica Messina-Palermo. “Purtroppo, nonostante i tanti reiterati solenni impegni istituzionali, dobbiamo amaramente registrare che la mattanza dei lavoratori non si arresta. E’ inaccettabile dover assistere a questa strage che ciclicamente miete nuove vittime. La morte di Vito Cambria pone anche la riflessione riguardo al fatto che è inammissibile che un ultrasessantenne debba faticare su un’impalcatura a diversi metri di altezza. Le chiacchere e le parole di circostanza non bastano più. E’ venuto il momento dei fatti. In tal senso, si deve garantire il pieno rispetto delle leggi e delle norme in materia di prevenzione sicurezza sui luoghi di lavoro, troppo spesso disattese, poiché siamo stanchi di piangere la morte di innocenti ed incolpevoli lavoratori che hanno il solo torto di provare a guadagnarsi la giornata per tirare avanti le rispettive famiglie” hanno concluso Tripodi e De Vardo.

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