Vent’anni fa Perugia-Juventus sotto il diluvio: Scudetto alla Lazio e quel retroscena su Amoruso

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L’ex Reggina vestiva allora la maglia del Perugia: un retroscena legato a giorni antecedenti a quella gara Scudetto dimostrano tutta la professionalità di Nicola Amoruso

Era il 14 maggio 2000, andava in scena uno dei finali di campionato più incredibili della storia del calcio italiano e della Serie A. Vent’anni fu fatal Perugia per la Juventus, quel giorno tutta l’acqua del cielo dell’Umbria cadde sullo stadio Renato Curi. Un diluvio incredibile per essere in piena primavera. L’arbitro Collina fece giocare lo stesso quel match, nonostante l’ora di ritardo accumulata per l’interruzione. Poi ci pensò Calori a realizzare il gol decisivo, a soffiare lo Scudetto ai bianconeri e consegnandolo nelle mani della Lazio. Il portiere Andrea Mazzantini ha raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport le emozioni di quella giornata, regalando anche un aneddoto legato a Nicola Amoruso. Per l’ex Reggina e Messina quella sfida aveva un sapore molto particolare, l’estremo difensore spiega: “eravamo molto preparati ad avere tutti gli occhi addosso, insomma. Tutti noi: a partire da Amoruso. Nicola era di proprietà della Juve. La settimana prima della partita era stato anche infortunato, qualcuno di noi gli disse: ‘Ma chi te lo fa fare di giocare? Devi tornare là…’. Lui fu straordinario: ‘No, ragazzi: ho fatto tutto questo percorso con voi, è giusto che lo finisca con voi’. Giocò, e anche bene. E fine partita Moggi lo convocò per il giorno dopo a Torino…”. Il retroscena fantastico, la descrizione perfetta del grande professionista che è Nick Amoruso, attaccante capace di lasciare un segno indelebile soprattutto a Reggio Calabria, dove è stato nominato anche cittadino onorario.

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