Coronavirus, la Prefettura assicura: “nessuna struttura per migranti nel centro di Reggio Calabria”. Si lavora a soluzione in collina [DETTAGLI]

StrettoWeb

Reggio Calabria, la Prefettura chiarisce e assicura sull’ipotesi della realizzazione di strutture di accoglienza per immigrati che dovessero essere posti in quarantena per il Coronavirus

Non verrà allestita alcuna struttura per migranti nel centro cittadino di Reggio Calabria. Ad assicurarlo è la Prefettura, tramite fonti vicine al Prefetto Massimo Mariani, che spiegano a StrettoWeb come si sta lavorando per una soluzione in piena sicurezza che non coinvolgerà in alcun modo il centro della città. Nei giorni scorsi era stato il movimento Fiamma Tricolore a sollevare il problema, pubblicando alcuni documenti che la Prefettura aveva inviato all’Asp su alcune verifiche di strutture da eventualmente adibire a centri di accoglienza per la quarantena degli immigrati che dovessero continuare ad arriva in Calabria. Ma l’ipotesi di realizzare questi centri in città è stata completamente scartata: “al momento nella Provincia di Reggio Calabria c’è un solo centro d’accoglienza, a Bova. Stiamo lavorando per individuare altre strutture che possano assolvere a questo compito che consente di garantire sicurezza alla popolazione, ma saranno in Provincia o nell’hinterland collinare della città, in zone isolate dai centri abitati” assicurano dalla Prefettura.

L’individuazione di tali strutture si rende necessaria per fronteggiare il rischio che arrivino immigrati positivi al Coronavirus, visto quanto il Covid-19 sta circolando in alcuni Paesi di origine dei migranti che in questo periodo raggiungono via mare le coste calabresi e siciliane, su tutti PakistanBangladesh, come già accaduto nelle ultime settimane. In base a precisi protocolli di sicurezza, gli eventuali nuovi immigrati che dovessero arrivare sul territorio calabrese verranno immediatamente trasportati in questi centri di accoglienza, dove rimarranno isolati per la quarantena obbligatoria finchè non verranno sottoposti a tampone. Una volta avuto l’esito del test, verranno divisi i positivi e i negativi: per coloro che non hanno contratto il virus, si adotterà il consueto protocollo previsto dalle leggi italiane mentre per gli eventuali positivi si prevede la permanenza in isolamento nelle strutture appositamente accessoriate di tutte le dotazioni necessarie fino alla guarigione, sempre assistiti dai medici dell’Unità speciale di continuità assistenziale delle ASP calabresi.

Una soluzione che evidenzia il grande sacrificio profuso dalle autorità competenti per garantire la massima sicurezza alla popolazione calabrese, in continuità con tutte le attività di prevenzione del contagio già adottate negli ultimi mesi e utili ad ottenere risultati straordinari al punto che la Calabria è stata la Regione meno colpita d’Italia, e Reggio la provincia meno colpita della Calabria. In modo specifico, poi, Reggio Calabria la città d’Italia con il più basso numero di casi e di morti rispetto a tutte le altre città italiane, in proporzione alla popolazione residente.

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