A meno di due mesi dalle elezioni la Lega continua il suo casting senza successo: adesso spunta il nome di Lombardo, vicino all’area dem ed al sindaco Falcomatà
Il centrodestra reggino è nel caos più completo. Nonostante il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà goda di una popolarità e di una fiducia bassissima, a due mesi esatti dalle prossime elezioni comunali Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Udc sono lontani anni luce dall’individuare e scegliere il nome del candidato a sindaco.
In stile “Niccolai”, celebre per i suoi autogol, il centrodestra si è infilato in un vicolo cieco che appare senza uscita, specialmente da quando è stato affidato alla Lega il compito di indicare il candidato.
Con un vantaggio temporale abissale ma schiacciata tra capricci personali e “niet” fondati sul nulla cosmico, i leghisti reggini oggi si ritrovano a sfogliare la margherita attraverso un casting da Grande Fratello che al momento ha prodotto solo rifiuti.
Così mentre Falcomatà è in campo da sei anni, Saverio Pazzano con “La Strada” percorre le periferie ed incontra i cittadini, Klaus Davi sforna idee e comunicati, i candidati “civici” si riuniscono per tentare una unione che potrebbe essere anche decisiva, il centrodestra resta al palo e lascia che, quotidianamente, venga consumato un nome alla volta. Di ufficiale non c’è nulla, specialmente su sponda Lega, abbottonata come nei mesi invernali più freddi.
L’ultimo nome è quello dell’avvocato Giuseppe Lombardo, nato a Martone, figlio dell’ex Procuratore di Catanzaro. Civilista e docente della Mediterranea (dipartimento Giurisprudenza ed Economia), delegato del Coni, il suo nome non è particolarmente noto in città, segnale non incoraggiante che lo accomuna alla figura di Minicuci, ampiamente prima scelta della Lega ma frenato proprio dal suo scarso appeal cittadino.
Lombardo proviene da famiglia perbene, su questo non ci sono dubbi. Ma anche da una famiglia con idea prevalentemente e storicamente di sinistra.
Il fratello Marco è assessore nel comune di Bologna in quota Pd, partito per il quale è stato anche vice-segretario provinciale, lui stesso si definisce “nativo del Pd”. Nel 2014, da più di mille chilometri di distanza Marco Lombardo volle scrivere una lettera ai reggini per sostenere la candidatura di Falcomatà e sull’opportunità di una sua vittoria. I risultati, sei anni dopo, parlano per tutti.
Lo stesso Giuseppe Lombardo orbita prevalentemente nell’area del centrosinistra e con posizione vicine all’uscente Giuseppe Falcomatà.
Con lo stesso Sindaco hanno anche condiviso la campagna elettorale universitaria per l’elezione del nuovo Rettore: sia Falcomatà che Lombardo sostenevano la figura del prof. Manganaro, sconfitto da Marcello Zimbone, poi eletto Rettore.
Il nome di Lombardo, che sembra essere stato originato da una idea del consigliere regionale Tilde Minasi, ha trovato l’immediato stop di Forza Italia e Fratelli d’italia, per nulla convinti dal profilo (politico, chiaramente). Gli alleati che già non digerivano Minicuci, più che altro per il metodo dell’uomo imposto dall’alto e scelto esclusivamente da Salvini a Roma.
Dunque la Lega opta per una figura di centrosinistra, forse ormai esausta dopo settimane di rifiuti o, più plausibilmente, per l’incapacità di coinvolgere e convincere professionisti vicini all’area culturale di centrodestra.
Questa settimana, comunque, dovrebbe essere quella decisiva: è infatti prevista la visita in città del leader del Carroccio, Matteo Salvini che dovrebbe riunire i suoi e, immediatamente dopo, arrivare a Reggio e annunciare pubblicamente il nome del candidato a sindaco direttamente in città. Le sorpresa sembrano ancora non essere terminate.