I Moti di Reggio, 50 anni dopo: il diario della rivolta, il 13 luglio 1970 insorge la protesta e viene bloccato il Corso Garibaldi

StrettoWeb

La Rivolta di Reggio 50 anni dopo, lo speciale di StrettoWeb: il racconto del 13 luglio 1970 quando il Consiglio Regionale si riunì a Catanzaro ma fu rinviato per l’assenza in protesta di sei consiglieri reggini. E intanto sul Corso Garibaldi vennero operati alcuni blocchi stradali

Alcuni consiglieri della DC disertano il Consiglio Regionale a Catanzaro, mentre a Reggio Calabria inizia lo sciopero generale appoggiato dall’Unione commercianti. Sul corso Garibaldi vengono operati alcuni blocchi stradali e, anche se senza incidenti, insorge la protesta. Grazie alla ricostruzione del libro “Buio a Reggio” scritto da Luigi MalafarinaFranco Bruno e Santo Strati nel 1972 e pubblicato da Parallelo 38, continuiamo a ripercorrere su StrettoWeb quanto avvenuto in quei giorni drammatici.

Lunedì 13 Luglio – Si riunisce a Catanzaro il Consiglio Regionale. Sono assenti i cinque consiglieri della DC ed il socialdemocratico, eletti nella provincia reggina. Intrieri, Ligato, Nicolò, Lupoi, lacopino e Mallamaci inviano al dott. Mario Gaia un lungo telegramma nel quale evidenziano di non riconoscere valida la riunione di Catanzaro in quanto Reggio è capoluogo della Calabria e pertanto la prima riunione del Consiglio regionale si sarebbe dovuta tenere nella città dello Stretto. Alle ore 10,30 nel salone dell’Amministrazione provinciale di via Foti, si tiene la preannunciata controassemblea e il sindaco Battaglia ribadisce il buon diritto di Reggio ad essere il centro pilota della regione calabrese. Nel corso della riunione prendono la parola il dott. Francesco Libri, l’on. Reale, il dott. Ligato (che è per una azione decisa), l’on. Vincelli, che propone per i prossimi giorni un’assemblea di tutti i rappresentanti della popolazione reggina, il prof. Lupoi, l’on. Antonio Capua, il dott. Mallamaci, il quale sostiene che la proposta di legge da presentare in Parlamento deve essere sottoposta a tutti i parlamentari, il dott. Nicolò, l’avy. Giulio Medici, il dott. Luciano Sbano, il prof. Vadalà, il prof. Fortunato Aloi, il quale portando l’adesione del MSI chiede che i socialisti vengano esclusi dalla giunta comunale e provinciale (i consiglieri regionali socialisti Alvaro e Latella e i comunisti Rossi, Scudo e Fragomeni partecipano ai lavori dell’assemblea a Catanzaro).
Il sindaco Battaglia nella serata di domenica aveva inviato a Rumor, Restivo ed Andreotti il seguente telegramma: «Assemblea popolare presenza parlamentari provincia, consiglieri comunali, consiglieri provinciali, giunta municipale, rappresentanti ordini professionali, organizzazioni sindacali, cittadinanza riunitasi sala consiliare Palazzo S. Giorgio in ordine illegittima convocazione assemblea regionale Catanzaro ha deciso non partecipazione consiglieri regionali eletti provincia Reggio et proclamato stato di agitazione tutte categorie cittadine. Ha deciso inoltre convocare assemblea eletti provincia di Reggio Calabria sede amministrazione provinciale per proclamare et confermare Reggio città capoluogo Calabria. Per martedì è proclamato sciopero generale cittadinanza, si chiede intervento urgente on.le S. V. anche in previsione turbamento ordine pubblico già verificatosi manifestazioni Premi Villa S. Giovanni presenza Presidente Senato on Fanfani. Si prega dare risposta interpellanza presentata parlamentari reggini per ridare tranquillità città et provincia et per affermare giusto diritto città Reggio Calabria più popolosa, più ricca tradizioni, più inserita nuovo modello assetto territoriale regionale recitare ruolo primato et capoluogo Calabria».
Viene così proclamato uno sciopero generale appoggiato dall’Unione commercianti che indice a sua volta uno sciopero di 40 ore a partire dalle ore 10 di domani. Sul corso Garibaldi vengono operati alcuni blocchi stradali ma non si verificano incidenti. A sera, la situazione in città è abbastanza tesa e per misure precauzionali vengono fatti affluire reparti di agenti di PS e di carabinieri da altri centri della Calabria.
Per l’assenza dei sei consiglieri reggini, la riunione del Consiglio regionale viene rinviata al 22 luglio.
Sono di oggi le note di alcuni partiti. Il PSIUP, in un comunicato del comitato direttivo della federazione reggina «denuncia le pesanti responsabilità che in gran parte ricadono sul partito della DC e sui partiti governativi che con la DC furono compatti nell’aver voluto evitare che la designazione del capoluogo della Calabria venisse determinata in sede nazionale sulla base di una valutazione di elementi incontestabili così come è stato fatto dal governo per la designazione dei capoluoghi di tutte le altre regioni». E quindi «denuncia le responsabilità della DC per aver promosso una riunione regionale dei suoi dirigenti calabresi per discutere la scelta del capoluogo, la ubicazione dell’università e del fantomatico centro siderurgico al fine di far passare il baratto e l’intrallazzo già verificatosi al vertice tra esponenti calabresi di parte governativa» invitando «tutte le forze politiche responsabili a chiedere che la scelta. sia demandata in sede nazionale perché venga fatta con lo stesso criterio di valutazione adottato per tutte le regioni e che il Consiglio regionale sia chiamato ad assolvere immediatamente le sue funzioni».
Il direttivo del PCI di Reggio in una nota «respinge il tentativo della DC reggina di creare un clima di rissa e di divisione a proposito del capoluogo calabrese. La decisione di invitare i consiglieri regionali a disertare la prima seduta del Consiglio regionale costituisce un grave attacco al funzionamento dell’istituto regionale e si inquadra nel disegno più generale delle correnti conservatrici della DC e della socialdemocrazia per bloccare il pieno dispiegarsi dell’attività del Consiglio regionale calabrese».
La direzione provinciale del PLI, invece, esprime «solidarietà a quanti si battono per l’affermazione del diritto di Reggio ad essere il capoluogo della Regione e dà mandato al segretario provinciale ed ai liberali della provincia di Reggio ad essere impegnati a qualsiasi livello, ad essere promotori e sostenitori di ogni iniziativa tendente a tal fine».

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