Reggio Calabria, omicidio Maria Rota: inizia il processo a Billie Jay Sicat, Venerdì al CeDir l’udienza preliminare

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Reggio Calabria, processo per l’omicidio della tabaccaia Maria Rota: Venerdì la prima udienza al Cedir, imputato Billie Jay Sicat

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, dott. Vincenzo Quaranta, ha fissato per Venerdì 31 Luglio alle 09:30 presso il CeDir, l’udienza preliminare in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio depositata dal pubblico ministero per Billie Jay Sicat, indagato per l’omicidio di Maria Rota, la tabaccaia uccisa in modo efferato nel centro cittadino il 30 Luglio 2019. L’imputato si è visto notificare 3 capi d’imputazione pesantissimi: è accusato di omicidio, rapinaporto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.

Billie Jay Sicat, diveso dagli avvocati Mariateresa e Demetrio Pratticò, ha già confessato l’assassinio.

Per quanto riguarda l’omicidio, nel documento della Procura della Repubblica il capo d’imputazione entra nei dettagli dell’accaduto:

“perchè, provando un forte risentimento nei confronti di Maria Rota cui imputava condotte in proprio danni legate alla discossione di vincite del gioco del “Lotto”, travisato ed armato di una mannaia prelevata all’uopo dalla propria abitazione, si introduceva nella ricevitoria della donna in prossimità dell’orario di chiusura e le si avventava contor, brandendo la micidiale arma da taglio e colpendola ripetutamente al collo, alla testa, alle mani ed alle dita, cadionandone così la morte. Con le aggravanti di avere commesso il fatto per futili motivi legati al gioco di azzardo e con premeditazione, essendosi recato sul luogo, a seguito di appostamenti, munito della predetta mannaia e di un cambio di indumenti, che indossava prima di uscire al fine di eludere le investigazioni”.

Sulla rapina:

“perchè, travisato ed armato di una mannaia, con la condotta violenta di cui sopra, al fine di trarne profitto, si impossessava dell’incasso della tabaccheria gestita da Maria Rota, sottraendo alla donna il contenuto del registratore di cassa ed un pc, che riteneva erroneamente controllare il sistema interno di video sorveglianza. Con le aggravanti di avere commesso il fatto travisato, armato e nei confronti di persona ultra 65enne”.

E infine sul porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere:

“perchè portava al di fuori della propria abitazione e senza giustificato motivo una mannaia da ritenersi arma comune da taglio di natura micidiale”

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