Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare le vittime della Strage ferroviaria di Gioia Tauro
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare le vittime della Strage ferroviaria di Gioia Tauro (Cacicia Rita, 35 anni, di Bagheria (PA), insegnante presso una struttura per sordomuti di Palermo; Fassari Rosa, 68 anni, di Catania, casalinga; Gangemi Andrea, 40 anni, di Napoli, funzionario di Banca; Mazzocchio Nicoletta, 70 anni, di Casteltermini (AG), casalinga; Palumbo Letizia Concetta, 48 anni, di Casteltermini (AG), sarta; Vassallo Adriana Maria, 49 anni, di Agrigento, insegnante), avvenuta il 22 luglio 1978 a causa di una bomba esplosa alle ore 17:08, che fece deragliare la Freccia del Sud. Sono gli anni della tensione e della contestazione sociale. Catanzaro, grazie ad un accordo politico tra l’on. Giacomo Mancini e l’on. Riccardo Misasi, viene preferita Reggio Calabria come città capoluogo della Calabria. Esplode la protesta violenta e incontrollata nelle strade reggine. Frange armate di estrema destra diventano protagoniste di una stagione di delirio incomprensibile. Il pentito Giacomo Lauro rivelò, molti anni dopo, in un interrogatorio (16 giugno 1993; 11 novembre 1994), che gli autori della strage erano legati ai movimenti Avanguardia nazionale e Comitato d’Azione per Reggio capoluogo. Attualmente per i morti di Gioia Tauro nessuno nessuna giustizia è stata fatta. Il CNDDU in tale occasione considera rispettoso proporre, per la commemorazione delle persone comuni tra le vittime, eventuali intitolazioni di luoghi scolastici in cui far rivivere il ricordo di un periodo drammatico e fosco i cui effetti hanno avuto conseguenze anche su chi aveva solo la sfortuna di trovarsi all’ora sbagliata nel posto sbagliato. Ecco dove possono condurre l’odio e la mancanza dialogo. È importante chiarire la pericolosità del concetto di estremismo, qualsiasi risvolto assuma; estremismo e rispetto dell’opinione altrui sono inconciliabili. Alcune strategie didattiche (peer education; debate; role playing; outdoor training; brain storming) possono fornire uno stimolo adeguato ai fini della comprensione del fenomeno. “Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali.” (Tiziano Terzani)