Trovato il corpicino del piccolo Gioele, a poche centinaia di metri dal traliccio vicino al quale è stata rinvenuta la madre, Viviana Parisi
Il corpicino martoriato del piccolo Gioele è stato trovato a poche centinaia di metri dal traliccio vicino al quale è stato rinvenuto il corpo della madre, Viviana Parisi. Del bambino è rimasto solo un tronco con una parte del femore, trascinato lì dagli animali selvatici “o suini dei Nebrodi, oppure cani randagi di grossa taglia”, hanno spiegato gli investigatori.
A circa 100 metri di distanza c’era la testa, ormai in avanzato stato di decomposizione, con alcuni indumenti che apparterrebbero proprio al piccolo.
E’ da due settimane che si lavora, e ieri è stato trovato il corpo del piccolo sparito nel nulla lo scorso 3 agosto insieme con la madre, il cui corpo è stato rinvenuto l’8 agosto. L’avvistamento dei resti è avvenuto alle 10:28, da un carabiniere in congedo, che ha partecipato, da volontario, alle ricerche del bambino nelle campagne di Caronia (Messina). Il suo nome è Giuseppe Di Bello, 55 anni, in congedo: “armato” di un falcetto è arrivato fino al luogo del ritrovamento del corpicino nascosto sotto una fitta vegetazione.
Su quanto è accaduto quella mattina del 3 agosto non si hanno ancora certezze.
L’autopsia sul corpicino ritrovato, ha detto il procuratore di Patti, sarà eseguita a breve.
Sono stati circa 300 i volontari che ieri mattina, già dalle sette, si sono radunati nel ‘campo base’ del distributore di benzina Ip sulla Statale 113 a Marina di Caronia (Messina), dopo l’appello lanciato dal padre Daniele Mondello sui social.
Poi, alle 10.28 la svolta. Il carabiniere in congedo che trova il corpicino, straziato, del piccolo Gioele si limita a dire: “E’ stato un dono di Dio, l’ho trovato dove altri non lo hanno cercato...”.
Adesso tocca alla Procura di Patti capire cosa è accaduto quel 3 agosto, nella galleria Turdo sulla A20 Messina-Palermo, quando Viviana Parisi e il piccolo Gioele hanno scavalcato quel guardrail facendo perdere le proprie tracce.
Daniele Mondello: “Trovato in 5 ore, dubbi sulle ricerche”
“Persino per ritrovare Gioele la mia famiglia ha dovuto fare affidamento sulle proprie forze: ancora una volta ha dovuto “metterci una pezza”. La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa e non posso che dolermene. Devo, tuttavia, ringraziare i tantissimi volontari che ci hanno sostenuto col loro sudore ed amore. E’ una Italia che ci restituisce speranza“: è quanto ha scritto su Facebook Claudio Mondello, legale e cugino della famiglia di Daniele Mondello.
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La morte della donna risale al 3 agosto, quando, dopo un incidente in auto, non lontano da Sant’Agata di Militello, la ex dj è stata vista, con in braccio il figlio, mentre si allontanava verso le sterpaglie ai lati della strada. “Ed è probabile che sia la stessa data di morte” del piccolo Gioele. Secondo l’esperta già da quando si era avviata da casa “dicendo al marito che sarebbe andata a comprare un paio di scarpe, mentre non l’ha mai fatto“, Viviana sapeva che “il suo viaggio sarebbe stato senza ritorno“. E’ probabile poi che “l’incidente con il furgoncino abbia accelerato la situazione“, ma quando la donna “ha incontrato un testimone che ha tentato di parlarle, lei non ha risposto: un segno evidente che si trovava già in piena crisi dissociativa e si stava dirigendo verso un altro luogo per attuare il suo intento suicidario“. In questo contesto, Bruzzone afferma che la donna “non si è mai separata dal suo bambino“. Del resto “la crisi mistica” diagnosticata anche in un certificato trovato nel cruscotto dell’auto “è in letteratura la causa più probabile negli scenari in cui a uccidere un figlio è un genitore. E’ la condizione più pericolosa che porta ai casi di omicidio-suicidio o di ‘suicidio-allargato’ di cui si parla in queste occasioni“. Il piccolo di 4 anni avrebbe però “dovuto essere allontanato o comunque mai lasciato solo con la madre“, insiste la criminologa e psicologa clinica, “visto che il quadro della dimensione delirante in cui viveva la donna era chiaro, con fenomeni allucinatori e crisi psicotiche“. Non è verosimile “e non esiste in letteratura che da queste patologie si possa guarire in pochi mesi. Comprensibile dunque, l’atteggiamento del marito Daniele che ha ribadito spesso di essere sicuro che la moglie ‘non avrebbe mai fatto del male a Gioele’: Non stupisce, perché in alcuni momenti questi soggetti si mostrano apparentemente tranquilli e conservano una certa lucidità, che può ingannare un occhio non esperto“.
Servirà dunque l’autopsia sui resti per fugare i dubbi.
Il caldo e gli animali del bosco in cui si era addentrata la 43enne hanno fatto il resto: “Si tratta di un’area dove è presente molta fauna selvatica e soprattutto animali da tana, che tendono a portare le prede verso il proprio rifugio“.
Ecco dunque il motivo del ritrovamento delle ossa di Gioele a poche centinaia di metri da quelle della madre, trasportate, probabilmente, proprio dai predatori. Infine “con le condizioni climatiche di grande caldo del posto, gli effetti degli insetti su un corpo possono essere anche velocissimi e devastanti, con una riduzione in pochissimo tempo della massa“. Tuttavia gli animali “agiscono sui tessuti molli, non sulle ossa“, che quindi, una volta analizzate, potranno rivelare gli ultimi momenti della vita del bambino e di sua madre.