Reggio Calabria: l’associazione “La Cosa Pubblica” non parteciperà alle elezioni comunali

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Reggio Calabria, Morabito (La Cosa Pubblica): “Non prenderemo parte all’imminente tornata elettorale, ma non arretriamo dalla lotta politica, né dal lavoro di costruzione di un fronte sociale basato sulla chiarezza”

“L’associazione La Cosa Pubblica non parteciperà alle elezioni comunali di settembre. Dallo scorso autunno, la nostra organizzazione si è impegnata a promuovere la formazione di una coalizione di reale alternativa per la città, imperniata sulle battaglie condotte in questi anni e dunque su un programma di radicale correzione delle storture che da troppi anni mortificano la vita amministrativa della nostra comunità: una proposta elettorale che fosse la traduzione e il prolungamento di un preciso programma politico, non viceversa”. E’ quanto scrive in una nota per l’Associazione “La Cosa Pubblica”, il coordinatore Stefano Morabito. “Di fronte a questo tentativo -prosegue- che riconosceva la necessarietà dell’unità, coscienti che nessuna organizzazione politica è sufficiente da sola, se non a un’effimera e velleitaria autopromozione di sé, specie davanti al prevedibile bazar di liste imbastite per coprire il vuoto di idee e di politica di chi amministra (liste spesso infarcite da personaggi beneficiari di incarichi da parte dell’Ente comunale e metropolitano in questi anni), hanno prevalso, invece, il frazionamento e gli individualismi, il lancio di nomi, spesso nella forma dell’autoproposta, rispetto ai quali il programma, quando c’è, appare secondario e meramente funzionale alla formale giustificazione di aspirazioni elettorali personali: un astratto esercizio di “letteratura elettoralistica”. Un’occasione mancata, che avrebbe voluto fornire un’alternativa concreta e portare il dibattito pubblico su quello che realmente dovrebbe contare: le scelte e i programmi, gli interessi da difendere e promuovere e quelli da contrastare”.

“Nel ringraziare il coordinatore cittadino di Sinistra Italiana, Prof. Franco Le Pera –aggiunge–  e i tanti compagni e amici che hanno lavorato per costruire sulla base delle battaglie fatte e da fare e dei programmi da attuare (fine delle esternalizzazioni attraverso Aziende Speciali, verità sul debito e valutazione della dichiarazione di dissesto, irrobustimento della deficitaria pianta organica del comune mediante rigorosi e trasparenti concorsi pubblici, drastica riduzione di nomine e consulenze discrezionali), riconfermiamo il nostro impegno per una società più giusta, che sia dalla parte di chi vive onestamente del proprio lavoro e contrasti i potentati che strangolano la città indipendentemente dal loro colore politico, responsabili sia del debito enorme che grava sui cittadini sia della pessima qualità di servizi e opere che immiseriscono la qualità della vita nella nostra comunità. Contro l’ipocrisia del richiamo all’amore per la città, ribadiamo che non vi è un’unica città da difendere: c’è la città di chi domina e piega da decenni Reggio ai propri voleri e ai propri interessi e quella, sempre più abbandonata e messa ai margini, di chi vive quotidianamente del proprio lavoro, di chi il lavoro lo cerca e non lo trova se non cedendo al servilismo, di chi assolve ai propri doveri ma rivendica diritti e non favori. Noi abbiamo scelto da tempo da quale parte stare. Per questo, continua e si intensificherà la nostra azione politica per il cambiamento, per affermare un protagonismo politico popolare contro il parassitismo di chi si sente padrone della città, per rimettere il cittadino libero, la sua dignità di uomo e di lavoratore al di sopra degli interessi economici privati che dirigono l’asfittica proposta politica attuale. Non prenderemo parte all’imminente tornata elettorale, ma non arretriamo dalla lotta politica, né dal lavoro di costruzione di un fronte sociale basato sulla chiarezza, forti di proposte e battaglie condotte nel corso degli anni e alle quali non rinunceremo, distanti da chi giustifica l’ingiustificabile dietro il bisogno di evitare mali maggiori (ieri Scopelliti, oggi Salvini, domani, chissà, la Meloni) e da chi si è dimostrato disinteressato a costruire una solida alternativa dialogando e unendosi attorno a problemi e soluzioni, perso dietro aspirazioni individuali rispetto alle quali idee e programmi sono ornamento avventizio del personalismo elettorale“, conclude.

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