A Reggio Calabria la politica scende ai limiti dell’assurdo: primo manifesto della storia con il patrocinio di un ente pubblico personalizzato dal giovanissimo consigliere di Falcomatà Filippo Quartuccio
Ci sono limiti all’immaginario comune che nessuno si azzarderebbe a superare.
Ma non i “Falcomatà Boys”, abituati tra un FantaLazzaro ed un party a bordo piscina, a gestire la Cosa Pubblica come una festa qualunque, come un gioco qualsiasi. Ed i risultati, purtroppo per Reggio ed il territorio della Città Metropolitana, si sono manifestati tutti in questi sei anni drammatici.
Ma oggi il consigliere Filippo Quartuccio, 28 anni appena compiuti, ci regala una nuova “gemma” da annoverare nella raccolta speciale: inserisce e fa stampare nome e cognome in una locandina “istituzionalizzata”. Un evento “Spirito Santo in Festa” con alcune iniziative dal 29 agosto al 10 settembre per la parrocchia a cui è particolarmente legato Quartuccio: lì è scresciuto, lì con la compagnia teatrale si esibisce, lì prende tanti, tanti voti. E quindi marchiare il territorio è importante. Specie ad un mese dalle elezioni ed in un quartiere che ha parecchie difficoltà.
Nella locandina che è facilmente raggiungibile sui social ma che è anche stampata e affissa in giro per il quartiere, il consigliere Filippo Quartuccio ha voluto che fosse inserita la dicitura esatta: “Città Metropolitana di Reggio Calabria Ufficio del Delegato alla Cultura Filippo Quartuccio”, in collaborazione con la parrocchia di San Gaetano Catanoso, presenta “Spirito Santo in Festa”.
Un ente pubblico per la prima volta personalizzato in maniera ufficiale e senza paura. Una festa (speriamo gratuita) che diviene occasione di campagna elettorale, ad un mese dal voto per il rinnovo del consiglio comunale. Così, con un gesto da prima Repubblica (ma nemmeno, sinceramente) il giovanissimo Quartuccio già indagato nell’ambito dell’inchiesta Helios perché “abusando della sua qualità di consigliere metropolitano e consigliere comunale di Reggio Calabria avrebbe esercitato pressioni sulla società Avr per fare ottenere a suo padre Francesco, già dipendente della società, un incarico di maggiore rilievo“, scrive la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
E speriamo che non ci un abuso anche nel caso della festa parrocchiale, della locandina e del suo nome.
Anche se solitamente il lupo perde il pelo, ma non il vizio.