Maria Carmela Longo, come mai nessun esponente politico dice che è innocente?

StrettoWeb

Reggio Calabria, in città il diritto ha già perso: dopo l’arresto ai domiciliari dell’ex direttrice del carcere Maria Carmela Longo, nessuno si azzarda a sottolineare come sia innocente

Maria Carmela Longo, l’ex direttrice del carcere di Reggio Calabria, è stata sottoposta agli arresti domiciliari nei giorni scorsi con accuse gravissime, addirittura “concorso esterno in associazione mafiosa“, con un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Domenico Armaleo su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dei sostituti procuratori della Dda Stefano Musolino e Sabrina Fornaro.

Maria Carmela Longo è accusata di aver favorito numerosi detenuti, molti mafiosi tra cui boss di grosso calibro della ‘ndrangheta, violando le norme dell’ordinamento penitenziario. Qualora le accuse si rivelassero fondate, si tratterebbe di uno spaccato gravissimo che meriterebbe ulteriori approfondimenti. Ma al momento non c’è alcuna certezza rispetto all’operato illecito dell’ex direttrice del carcere, che non ha subito alcuna condanna e che ieri sera nell’interrogatorio di garanzia si è difesa rispondendo alle domande del gip Armaleo e dei sostituti procuratori della Dda Musolino e Fornaro respingendo tutte le accuse. Il suo avvocato, il penalista Giacomo Iaria, ha contestato le ipotesi accusatorie spiegando che la dottoressa Longo non ha mai favorito alcun detenuto e non ha creato alcun regime preferenziale. E’ stata direttrice del carcere per 16 lunghissimi anni, in cui ha più volte denunciato “relazioni inquinate“. L’avvocato, quindi, chiederà al Tribunale della Libertà la revoca della misura cautelare, e soltanto in sede processuale si potranno accertare eventuali responsabilità di Maria Carmela Longo che ad oggi è innocente non per Peppe Caridi e StrettoWeb, ma per lo Stato italiano.

Nel diritto e nella procedura penale, infatti, la presunzione di non colpevolezza è il principio secondo cui un imputato è innocente fino a prova contraria. In particolare, l’art. 27, co. 2, della Costituzione afferma che “l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva“. Nel caso di Maria Carmela Longo non parliamo neanche di alcuna condanna, non solo definitiva ma neanche in appello o in primo grado. Parliamo soltanto di un’inchiesta, un’ipotesi dell’accusa che non è ancora stata discussa neanche in un processo.

Maria Carmela Longo, quindi, è una cittadina innocente a tutti gli effetti e fa specie che ieri Fabio Foti, candidato a Sindaco di Reggio Calabria del Movimento 5 Stelle, il partito che alle ultime elezioni politiche ha ottenuto il più alto numero di consensi in città, abbia inviato alla stampa un comunicato con i soliti toni allusori e complottisti. “Come mai nessun politico ne parla?“, ha detto Foti aggiungendo che “la gravissima accusa di concorso esterno in associazione mafiosa conferma ancora una volta che il sistema malavitoso che controlla Reggio si infiltra ad ogni livello. La compiacenza dell’ex direttrice Longo favoriva i peggiori delinquenti“. Con queste parole, Foti ha trasformato quelle che sono solo ipotesi di reato in fatti acclarati.

E invece no, Maria Carmela Longo non favoriva nessuno e non aveva alcuna compiacenza, bensì – secondo l’accusa – avrebbe (condizionale) favorito qualcuno e le ipotesi di reato non confermano proprio nulla, semmai ipotizzano qualcosa che non è provato. O almeno non ancora. Ci sarà un processo e bisogna attenderne gli esiti per poter trarre conclusioni, esclusivamente in base alle sentenze.

Approfondendo i dettagli sugli arresti domiciliari di Maria Carmela Longo, si può facilmente appurare come l’inchiesta poggia le sue basi sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia come Mario Gennaro, Francesco Trunfio e Pino Liuzzo. Sono stati i pentiti a dire che “i detenuti reggini hanno potere con chi prende le decisioni nel carcere“. Ma si può costruire tutto questo sulle confidenze di pentiti della mafia? Qual è la garanzia che stiano dicendo la verità e che non siano ancora animati da interessi criminali, o che semplicemente stiano sbagliando dicendo – anche in buona fede – delle fesserie? E chi è davvero che prende le decisioni nel carcere? Il direttore può sottoporre richieste a giudici e magistrati a lui superiori, ma sono sempre questi ultimi a decidere cosa i detenuti possono o non possono fare.

E allora mentre le forze più barbare e sottoculturate della nostra società, quelle delle manette e del giustizialismo tribale, vomitano fango gratuito addosso a persone innocenti con una vera e propria gogna gratuita, noi ci chiediamo come mai nessun esponente politico ha il coraggio di esaltare il garantismo, quel nobile principio fondamentale di ogni civile democrazia che viene tutelato da un insieme di garanzie costituzionali atte a tutelare le fondamentali libertà dei cittadini nei confronti del potere pubblico e, in particolare, nei confronti del potere giudiziario.

Come mai nessun esponente politico dice che Maria Carmela Longo è – ad oggi – innocente? 

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