Museo di Messina: “Assenza di misure di sicurezza, in pericolo il patrimonio culturale di Messina”

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Museo di Messina. Il segretario della federazione Nazionale Autonomie ha presentato un esposto al Tribunale per mettere in luce una serie di presunte criticità della struttura che metterebbero a rischio dipendenti e opere

L’assenza del documento di valutazione del rischio, l’omessa designazione degli incaricati all’attuazione delle misure di emergenza, il non funzionamento degli impianti di climatizzazione e la mancanza di acqua nelle ore notturne. Sono i punti del documento presentato dal segretario della federazione Nazionale Autonomie, Giovanni Panebianco, a nome del sindacato, che chiedeva chiarimenti anche sulle turnazioni.

Sono innumerevoli le criticità emerse all’interno del Museo Regionale di Messina. Dai lavoratori che lamentano la non ciclicità dei turni all’assenza di sicurezza all’interno della struttura. Per non parlare della mancata erogazione idrica durante la notte. Una situazione a cui la direzione del Mume deve porre fine”. Così il segretario della federazione nazionale Autonomie di Ugl Messina, Giovanni Panebianco, in una nota, dopo aver presentato un esposto alla Procura e indirizzato anche all’Asp, richiedendo una verifica urgente sulle condizioni in cui versano i locali della struttura.

Sul documento, inviato al Tribunale di Messina, l’Ugl rappresenta le criticità esposte dai lavoratori in merito alla mancata applicazione delle misure di prevenzione e protezione previste dal Dlgs 81/08 e s.m.i. all’interno dei locali del Museo Regionale di Messina, nonché le precarie condizioni di sicurezza cui sono costretti ad operare”, scrive Panebianco.

In particolare – fa presente il segretario di Ugl – i lavoratori lamentano che il datore di lavoro ha omesso di integrare il D.V.R. (documento di valutazione del rischio) esistente (peraltro non correlato alla situazione attuale) con le recenti disposizioni in materia di contenimento dal rischio COVID 19. Ancora evidenziano l’omessa designazione dei lavoratori incaricati all’attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di primo soccorso e comunque di gestione delle emergenze; che gli impianti di climatizzazione d’aria delle sale espositive non funzionanti da tempo, creano ai lavoratori addetti alla vigilanza, e ai visitatori, forti disagi a causa delle elevate temperature interne; l’interruzione delle erogazione idrica in orario notturno non consente la completa applicazione delle disposizioni contro il contagio da rischio COVID 19; i servizi igienici sprovvisti di finestre, sono privi di aerazione forzata dell’aria; gli estintori presenti sui luoghi non risultano, da tempo, sottoposti a verifiche periodiche. Tutte queste mancanze da parte della direzione del Museo non fanno che mettere in pericolo il patrimonio culturale di Messina e della Sicilia: l’impossibilità di un primo intervento da parte degli operatori addetti può risultare fatale per alcune opere, che non potranno in tal modo essere salvate prima dell’arrivo dei vigili del fuoco”, evidenzia Giovanni Panebianco.

In merito alla vicenda dei turni stando a quanto riportato nella nota del Segretario di Ugl Messina per la federazione Autonomie, questi aveva inviato una nota al direttore Orazio Micali, lo scorso 20 maggio, con la quale chiedeva chiarimenti senza però ricevere risposta.

Noi come sindacato – scrive Panebianco – avevamo chiesto all’Amministrazione del Mume di chiarire per quale motivo alla luce della nuova tipologia di turnazione non viene rispettata la ciclicità dei servizi. Si presume, infatti, che applicando questa nuova sistematicità del servizio non si rispettano i profili professionali sia dal punto di vista economico che giuridico”.

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