Ponte sullo Stretto: “Il tunnel subalveo? Un’arma di distrazione di massa”

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Ponte sullo Stretto. Saverio Romano, il presidente Osservatorio Mezzogiorno dell’Eurispes si schiera contro il progetto del ponte subalveo: “La realtà è che rispetto alla conoscenza totale del progetto sul Ponte nulla si sa ancora del tunnel subalveo”

Tunnel subalveo al posto del Ponte sullo Stretto? Un’arma di distrazione di massa. “A dirlo è Saverio Romano, presidente Osservatorio Mezzogiorno dell’Eurispes”. “Ogni qual volta – prosegue Romano – le resistenze di ordine politico ed economico sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto si mostrano più deboli, accade qualcosa di strumentale o di premeditato che sposta ancora di qualche metro il traguardo. Stavolta il pretesto utilizzato è quello del tunnel subalveo, tutt’ora privo di uno studio di fattibilità tecnico-economica e che, secondo i suoi fautori, potrebbe beneficiare delle risorse previste dal Recovery Fund. La verità è che del tunnel non si sa ancora nulla, del Ponte sullo Stretto invece si sa tutto: costi, benefici, tempi di realizzazione“.

Per Romano il Ponte sullo Stretto rappresenterebbe “un’opera grandiosa e unica al mondo sia per la lunghezza della campata principale sia per l’obiettivo, ossia quello di una vera continuità territoriale, che consentirebbe con il completamento del corridoio Scandinavo-Mediterraneo, che dovrà, comunque, essere ultimato entro il 2030, come tutti i corridoi Core della rete Ten-T con l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina. Dei mancati benefici dovuti all’assenza del Ponte tutto sappiamo – sottolinea -: inquinamento, tempi lunghi per il raggiungimento delle destinazioni, costi elevati per il trasporto delle merci e danni per il sistema produttivo siciliano e per il comparto turistico“.

Successivamente Romano fa riferimento gli aspetti economici ed occupazionali: “Il costo annuale dell’insularità che oltre cinque milioni di siciliani sostengono per la mobilità di persone e merci, da e per l’Italia, è pari a 3 miliardi euro l’anno”. “Elemento non trascurabile – prosegue il presidente Osservatorio Mezzogiorno dell’Eurispes – è quello lavorativo: durante la realizzazione del ponte l’occupazione sarà pari a 7.000 addetti diretti ogni anno. L’indotto, costituito da attività e servizi commerciali, artigianali, ricreativi, ospitalità, ristorazione è pari ad altri 15.000 posti di lavoro l’anno. La realtà è che rispetto alla conoscenza totale del progetto sul Ponte, dei suoi benefici e dei suoi costi, nulla si sa ancora del tunnel subalveo. Per la realizzazione del Ponte, per l’avvio dei lavori, serve soltanto la volontà politica e la consapevolezza che questa infrastruttura come altre, ha carattere strategico e risulta indispensabile per il riscatto del Sud. Immaginare altri scenari e altre ipotesi, in una congiuntura come quella attuale nella quale servono scelte coraggiose e definitive, serve solo a rinviare e a non assumersi responsabilità“, conclude Romano.

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