Reggio Calabria: una degustazione di vini al Museo della lingua greco-calabra Gerard Rohlfs di Bova

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Reggio Calabria: Sabato 22 Agosto alle ore 21:00 presso la sala lettura della biblioteca Mosino al pian terreno del Museo della Lingua Greco-Calabra Gerard Rohlfs di Bova si svolgerà una degustazioni di vini dell’area grecanica

Sabato 22 Agosto alle ore 21:00 presso la sala lettura della biblioteca Mosino al pian terreno del Museo della Lingua Greco-Calabra Gerard Rohlfs di Bova si svolgerà una degustazioni di vini dell’area grecanica, organizzata nell’ambito del progetto “Dal contenitore museale al museo en plein air”, cofinanziato dalla Regione Calabria (Dip. Cultura – Azione 2 – Rafforzamento del sistema museale Annualità 2019 – Fondi PAC Calabria 2014/2020 Asse 6 Azione 6.7.1). Gli eventi, avviati dal 6 Agosto scorso, hanno focalizzato l’attenzione su diversi aspetti del patrimonio culturale greco-calabro, con particolare riferimento al rapporto tra il museo G. Rohlfs e il paesaggio circostante. Un paesaggio che nell’area grecanica si arricchisce di memorie, storie, monumenti di grande interesse architettonico e soprattutto di tradizioni agro-pastorali, oggi considerabili l’essenza più genuina della minoranza linguistica dei Greci di Calabria. Proprio per questo il Museo della Lingua Greco-Calabra Gerard Rohlfs di Bova ha voluto mettere al centro del programma di eventi un incontro incentrato sul vino e sul mondo che gira attorno a questa significativa e antichissima bevanda. Che la Calabria Meridionale fosse terra vocata alla produzione di vino lo confermano i Greci che indicarono l’estremità delle penisola italiana con il nome di Enotria: la terra del vino. Tuttavia fu con i Romani che la viticultura conobbe un forte incremento. Nell’Exposititio totius mundi, redatto da un anonimo commentatore del IV secolo d.C., il vino del Bruzio è definito: “Vinun multum et optimun” cioè “vino in grande quantità e di ottima qualità”. I resti archeologici rinvenuti sulla costa ionica, in particolare a Lazzaro e Bova Marina, sottendono abbondante produzione di vino, tale al punto da far supporre l’esistenza di vere e proprie filiere commerciali. Imbottigliato in apposite anfore vinarie, realizzate localmente, il vino della Calabria jonica raggiungeva nel Tardo Antico mete lontane del Mediterraneo. Soprattutto Roma, dove il Monte Testaccio, conserva ancora moltissimi resti delle anfore prodotte nel reggino meridionale con lo specifico scopo di esportare vino.

Da sempre rinomati, i vini dell’Aspromonte greco si contraddistinguono oggi per il loro gusto intenso che incanta il palato e riporta alla memoria la storia leggendaria della terra dei Greci di Calabria. La selezione dei vitigni a bacca nera, quali il Nerello e il Castiglione, degustabile nelle tipologie di vino rosso, rosato e novello, con una gradazione media di circa dodici gradi, matura in aree di produzione limitate, concentrandosi lungo i pendii più a Sud del continente europeo, in un territorio che da Condofuri si estende fino a Brancaleone. Si tratta di vigneti rivolti sullo Jonio, esposti tutto il giorno al sole e costantemente turbati dai venti di scirocco. Ad accompagnare gli ospiti dell’incontro della sera del 22 Agosto sarà la Sommelier Sabriana Iasillo, che farà degustare i vini della cantina sociale di Bova, Terre grecaniche, azienda vinicola Malaspina, cantina Nesci, Crupi, Altomonte, Traclò, Regina Sant’Angelo, Inuso. Un viaggio sensoriale tra i vini dell’Aspromonte greco, raccontato anche grazie al supporto del prof.re Rocco Zappia del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, noto per le sue scrupolose ricerche sulla viticultura nella nostra regione, sui metodi di produzione e vinificazione nel basso jonio reggino. L’incontro presieduto da Tilde Minasi, capogruppo della Lega nel consiglio Regionale della Calabria, e dal sindaco di Bova, Santo Casile, è organizzato grazie al supporto di AIAB Calabria, associazione italiana per l’Agricoltura biologica della Calabria, la quale da anni punta a rafforzare nel territorio dei Greci di Calabria un modello di produzione agricolo capace di salvaguardare e valorizzare una regione ricca di risorse come l’Aspromonte greco.

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