Sicilia, quali imprese restano ad aperte ad agosto e perché: il quadro di Sicindustria

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Sicilia. Alcune imprese resteranno aperte in funzione del settore in cui operano, altre per recuperare la produttività persa durante il lockdown: il quadro di Sicindustria

Ci sono attività che proseguiranno senza interruzioni perché’ sono legate al settore in cui operano ed alle condizioni dell’azienda“, spiega Ivo Bladina di Sicindustria e presidente della Camera di commercio di Messina. Tracciare una mappa di chi resta aperto ad agosto non è facile: “È una situazione articolata e complessa per poter fare una fotografia – aggiunge – ancora oggi stiamo raccogliendo i dati sulle crisi d’azienda, quest’anno il periodo feriale è particolare complicato da gestire, faremo una lettura ex post ancora non sappiamo“. In linea generale le grandi industrie “continueranno, ci sono poi aziende che fermano la produzione, ma hanno reparti che rimangono in attività, continuano a ricevere ed a smaltire merce nel magazzino, altri che sono fermi per un fatto ciclico, annualmente succede cosi, poi le grandi imprese hanno la chiusura dell’esercizio al 30 settembre e la lettura l’avremo al deposito dei bilanci“.

Funziona a pieno ritmo invece l’industria turistica, la ristorazione e tutto quello che è legato alla fruizione del mare che quest’anno paga le conseguenze dell’emergenza sanitaria. È un settore che “tenta di riprendersi dalla crisi“, prosegue Blandina. “Sappiamo che alle Eolie c’è un picco di presenze, lo registriamo agli imbarchi e lo stanno segnalando anche gli operatori del settore alberghiero e della ricettività in genere“, mentre Taormina “è il polo che continua a soffrire di più perché’ manca il turismo ricco quello che proviene dall’estero“.

Ci sono poi attività che non si fermano mai, considerate essenziali come quelle della raffinazione, della logistica, dei trasporti, della filiera alimentare. A non fermarsi anche i cantieri navali: “La cantieristica dipende dalle commesse – spiega ancora Blandina – e poi c’è la cantieristica minore, la nautica che è ripartita abbastanza bene come i cantieri di rimessaggio che hanno consegnato il venduto, il charter nautico, mentre nei porti turistici c’è ancora poco transito delle barche dei turisti stranieri però ci sono segnali di ripresa“.

Restare aperti può essere anche una scelta per recuperare la produttività persa durante i mesi di chiusura, ma non sempre è una decisione facile: “Anche la più piccola struttura commerciale, quella familiare – prosegue Blandina – non è in grado di aggredire un mercato che si è ristretto moltissimo solo esclusivamente perché’ gli altri vivono la stessa difficoltà, neanche quelli più strutturati riescono in questo momento a riprendere a pieno ritmo”.

Per rilanciare il tessuto industriale secondo il dirigente di Sicindustria, “occorre mettere gli imprenditori nelle condizioni di poter competere con competitori sempre più agguerriti, anche perché’ sul Mediterraneo a poche centinaia di miglia dalle nostre coste e dalle nostre industrie della cantieristica ci sono altri operatori che godono di condizioni di assoluto favore“. In questa situazione rilanciare “significa creare condizioni di vantaggio a chi vuole continuare o avviare realtà nei nostri territori, i temi sono sempre gli stessi: defiscalizzazione, decontribuzione, flessibilità che è fatta di ricorso a manodopera impiegata nei cicli in maniera flessibile”.

Una delle aziende che non chiuderà ad agosto è il Birrificio Messina, una realtà giovane con una storia particolare: 15 operai licenziati che decidono di scommettere su se stessi creando un’azienda tutta loro. “Siamo una realtà costruita con le nostre forze riunendoci in cooperativa dopo essere stati licenziati“, dice Francesca Sframeli, vice presidente della cooperativa: “Essendo nuovi produttori abbiamo cercato di favorire le vendite rimanendo presenti visto che è una realtà che abbiamo creato da quattro anni, quindi le ferie cerchiamo di prenderle durante il periodo invernale. Anche l’anno scorso è stato così, restiamo sul posto di lavoro per cercare di produrre e far uscire il prodotto“.

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