Reggio Calabria, chi ha votato Falcomatà? Amici e parenti legati all’Amministrazione uscente nell’esercito di candidati nelle liste del Centrosinistra, tutti i nomi e gli intrecci all’ombra del sistema di potere della città
Chi vota Falcomatà? Tutti si chiedono com’è possibile che a Reggio Calabria la gente si lamenta da anni della cattiva gestione della città e poi il Sindaco uscente è risultato il più votato tra i 9 candidati che si presentavano al primo turno. Innanzitutto bisogna evidenziare come Falcomatà ha comunque ottenuto un deludente 37%, pari a 35 mila voti, vedensosi dimezzare il consenso ottenuto sei anni fa, quando venne eletto Sindaco con una percentuale del 61% pari ad oltre 58 mila voti. E anche allora c’erano 9 candidati. Stavolta, invece, la stragrande maggioranza della città si è comunque espressa contro Falcomatà, infatti se si sommano i voti conquistati da Minicuci, Marcianò, Pazzano, Davi, Foti e tutti gli altri, arriviamo al 63%. In vista del ballottaggio di Domenica e Lunedì, l’incognita è se tutti questi voti andranno a Minicuci, determinando una netta sconfitta di Falcomatà, o se invece subentreranno altre dinamiche nella psiche degli elettori.
In ogni caso, la contestazione rimane: chi vota Falcomatà? Rispetto al sentire popolare che si respira quotidianamente in città, fatto di lamentele rispetto alle enormi inefficienze quotidiane a partire dai servizi essenziali, quel 37% sembra comunque troppo. E forse lo è, perchè probabilmente se ci fossero stati soltanto i candidati a Sindaco senza l’esercito di liste e candidati e il voto si fosse limitato all’opinione sul primo cittadino, le percentuali sarebbero state molto diverse. Falcomatà, invece, è stato trainato dalle sue liste e dai suoi candidati, che hanno ottenuto più di 38 mila voti, pari al 41,47%. Un dato importante, perchè evidenzia il voto disgiunto a sfavore dell’uscente: oltre tremila elettori del centrosinistra hanno votato per un candidato delle liste della coalizione ma hanno poi scelto un altro aspirante Sindaco con l’operazione del voto disgiunto.
Ma come ha fatto Falcomatà a creare una coalizione di liste che potesse superare il 41% dei voti nonostante la cattiva gestione amministrativa della città? La risposta è semplice, basta scorrere i nomi dei candidati delle liste e indagare sulla loro identità. Quelli che hanno preso più voti, corrispondono esattamente a quelli coinvolti nel maggior numero di inchieste e scandali di cui quest’Amministrazione si è resa protagonista negli ultimi sei anni. A processo per il caso Miramare, infatti, oltre al Sindaco uscente abbiamo anche Giovanni Muraca (1.095 voti), Armando Neri (1.079 voti), Giuseppe Marino (1.070 voti), mentre gli altri due eletti del Pd Antonino Castorina (1.510 voti) e Rocco Albanese (1.108 voti) sono indagati nell’inchiesta “Helios” sullo scandalo dell’Avr, dove compaiono anche gli stessi Neri e Muraca che vedono corrispondere il loro record di voti a quello dei procedimenti giudiziari in cui sono imputati. Tutta gente destinata alla decadenza per la Legge Severino, in caso di condanna in primo grado superiore ai 2 anni.
Poi ci sono tanti candidati funzionali alla causa. Non è forse vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno? E’ stata questa la filosofia che ha basato la composizione delle liste di Falcomatà, un esercito di “fedelissimi” legato da intrecci di interesse… personale! Un’Amministrazione che non ha mai brillato per trasparenza, adesso si è infatti presentata alle elezioni con una schiera di amici e parenti coinvolti nelle nomine degli ultimi mesi/anni.
Mancavano poche settimane al voto quando, ad Agosto, Falcomatà nominava Carmelina Costarella quale Garante delle persone con disabilità. Una nomina che tutto il mondo del sociale reggino attendeva con ansia da tempo immemore, e che il Sindaco dopo sei anni ha pensato di istituire a pochi giorni dal voto. La figlia di Carmelina Costarella, Giuseppina Palmenta, è candidata nella lista S’Intesi, espressione diretta di Falcomatà, e ha ottenuto 666 preferenze. Sarà una coincidenza? Forse sì, o invece no.
Perchè scorrendo i candidati delle liste di Falcomatà troviamo ben tre dipendenti assunti nella società in house “Castore”.
Ed è finita qui? Neanche per sogno. Valentina Raffa, storica componente dello staff del Sindaco dal 2014, ha un fratello – Antonio – a cui è scattata la vocazione politica di famiglia tanto da candidarsi nella lista Reset, altra “civica” legata direttamente a Falcomatà: e sono 83 voti di preferenza. I legami di parentela si perdono, come quello tra Gianluca Neto Dell’Acqua (vecchio amico di Falcomatà e da tempo inserito nello staff del sindaco uscente) ed Emanuele Neto Dell’Acqua, andato a caccia di voti nella lista S’Intesi (178 le preferenze raccolte).
Fa parte del nutrito staff a disposizione del primo cittadino, in questo caso alla Città Metropolitana, anche Mario Cardia, anche lui nella lista S’Intesi, di cui è stato il più votato con ben 1.286 voti. Giuseppe Cantarella, nominato Presidente della Commissione Toponomastica cittadina, è talmente innamorato di Reggio (e del Sindaco) al punto da candidarsi nella lista… “Innamorarsi di Reggio“. E ha raccolto altri 50 voti.
Fresco di incarico alla Città Metropolitana, Fabrizio Costarella in contemporanea ha casualmente avvertito la necessità di scendere in campo alle elezioni comunali reggine, precisamente con la lista Reset, mentre Laura Bertullo, nominata Presidente della Commissione Pari Opportunità, ha corso alle urne con la lista Articolo Uno (350 voti).
Tra i candidati della lista del Pd troviamo anche Giovanni Palermo: prima delle elezioni aveva ottenuto dalla commissione per l’emergenza abitativa del Comune l’assegnazione di un alloggio popolare.
Nulla di illecito o illegale, ci mancherebbe: siamo in democrazia e ognuno è libero di candidarsi con chi vuole, vivaddio. Non stiamo denunciando reati, si tratta di voto di scambio legale, il clientelismo politico di sempre che non ha certo inventato Falcomatà ma che in Italia purtroppo ci trasciniamo da decenni di mala politica, decenni in cui il comparato prevale rispetto al merito.
Ma se ancora vi chiedete chi ha votato Falcomatà, e come ha fatto ad ottenere tutti quei voti, forse in questi nomi potreste trovare almeno una parte della risposta. Perchè ci sarà sicuramente anche qualcuno che ha votato il Sindaco uscente perchè non era convinto dagli avversari, qualcuno potrà anche averlo scelto perchè ha apprezzato il suo operato da Sindaco (?!? – anche se riteniamo oggettivamente che questi siano solo una piccola parte, e in ogni caso bisognosi di terapia psicologica) o più probabilmente tanti altri l’hanno fatto fatto per mera appartenenza ideologica o per simpatia personale. Motivazioni, queste ultime due, più che valide e anche comprensibili per coloro che hanno l’onestà intellettuale di ammetterlo senza arrampicarsi sugli specchi, “io voto per Falcomatà perchè mi sta simpatico, ha i belli capelli e sa parlare bene, avrà anche fatto schifo come amministratore ma mi sta simpatico punto e basta” oppure “io sono di sinistra e voterò sempre a sinistra anche il peggiore dei peggiori quindi non mi interessa neanche chi è il candidato voto chi c’è e amen, non mi rompete i coglioni con spazzatura, acqua, strade e robe varie, non mi interessa, io voto a sinistra da sempre e voterò a sinistra per sempre“.
In ogni caso ha giocato un ruolo importante anche l’enorme schiera di candidati legati da un sistema di potere ampiamente rodato in sei lunghi anni di gestione di Palazzo San Giorgio, un sistema fatto di aiuti, favori, incarichi, assunzioni e prebende da ricambiare con l’impegno elettorale. Un sistema che spiega molto di quanto accaduto negli ultimi tempi in città. Dalle comprensibili lamentele per le strade dissestate, la spazzatura non raccolta, la mancanza di acqua, il verde pubblico abbandonato, l’inefficienza dei servizi comunali e l’assenza di una strategia che guidi la città su un percorso di sviluppo, all’improvviso ritrovato amore per il Sindaco uscente che comunque ha dato il posto alla cugina, ha fatto assumere la sorella, ha dato una nomina a mamma e un incarico a papà. Dagli annunci di “svolte” e percorsi politici fatti di merito e trasparenza, a quell’intreccio torbido di convenienze e baratti con cui l’uscente ha amministrato per sei lunghi anni la città.
In vista del ballottaggio, la città discute e si interroga sul suo futuro. Chi scegliere, adesso, tra Falcomatà e Minicuci? Nessuno – ovviamente – può garantire che con un altro Sindaco le cose cambino davvero. Ma se c’è una sola certezza, quella è che se tutto resta come prima, nulla potrà mai cambiare.