Elezioni Comunali Reggio Calabria, tra poche ore si vota dopo la campagna elettorale più avvincente e turbolenta della storia

StrettoWeb

Elezioni Comunali Reggio Calabria, è finita la campagna elettorale più avvincente della storia della città. Domani alle 7:00 si aprono i seggi per andare a votare

Mancano poche ore e Reggio Calabria, finalmente, torna a votare per rinnovare Sindaco e Consiglio Comunale 6 anni dopo l’ultima volta: chiamati alle urne 147.063 elettori che potranno votare dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì. Lo spoglio inizierà alle 9 di martedì mattina. C’è la possibilità del voto disgiunto (votare un sindaco e un candidato al consiglio comunale di una lista di un’altra coalizione) e della doppia preferenza di genere (votare un uomo e una donna della stessa lista).

Ieri sera si è conclusa la campagna elettorale più avvincente e turbolenta della storia della città, molto breve ma intensa in cui molti candidati hanno trascorso un mese intero tra i cittadini nei quartieri. Non sono mancati i colpi bassi, dall’intimidazione a Vincenzo Morabito, candidato con Angela Marcianò, a quella nei confronti di Giovanni Votano, proprio la scorsa notte, dopo che il rappresentante del Coordinamento di quartiere Arghillà aveva fatto visita a Klaus Davi durante la campagna elettorale. Il punto più basso si è raggiunto con il fotomontaggio porno di Angela Marcianò, testimonianza dell’arretratezza civica e culturale della città. Anche il governatore Jole Santelli ha espresso vicinanza e solidarietà, dichiarando che “Nei confronti delle donne in politica, purtroppo, vengono usate armi a dir poco spregevoli“.

Foto StrettoWeb / Salvatore Dato

Ma anche questo tipo di azioni barbare e spregevoli dimostrano che non è stata una campagna elettorale piatta: tutto merito di Angela Marcianò e Klaus Davi, protagonisti della scena in grado di rompere gli schemi e andare oltre le barriere precostituite. Per la prima volta nella storia di Reggio Calabria la sfida non sarà soltanto tra i due principali competitori di centrodestra e centrosinistra, ma l’irruzione di due candidati autonomi, civici, liberi e dalla grande popolarità lasciano aperto ogni scenario in vista di un ballottaggio che è scontato ma che non ha certezze nel merito dei due contendenti che riusciranno a raggiungere lo spareggio.

In piena corsa, Angela Marcianò e Klaus Davi sperano in un’alta affluenza alle urne: significherebbe che molti cittadini liberi dal classico voto di comparato, per l’amico o il parente, decideranno di andare a votare senza il condizionamento delle liste e degli aspiranti consiglieri. Che sono 914 (di cui 333 con Falcomatà e 294 con Minicuci) e che come sempre, anche stavolta, nel 90% dei casi sono soltanto dei riempilista funzionali a portare quelle poche decine o centinaia di voti utili soltanto ai “big” che raccolgono maggiori consensi ma hanno bisogno di liste forti per superare gli avversari. Eppure fanno i profeti del “voto utile“.

Sei anni fa, quando fu eletto Falcomatà, l’affluenza alle urne era stata la più bassa della storia: appena il 64,93% dei reggini andò a votare, in netto calo rispetto al 74,67% del 2011 quando Demetrio Arena vinse su Massimo Canale, o all’82,0% del 2007 quando Scopelliti venne confermato per il secondo mandato con il 70% delle preferenze contro Lamberti Castronuovo, o ancora all’80,6% del 2002 quando, ormai quasi venti anni fa, lo stesso Scopelliti otteneva il 53,8% dei voti a fronte del 45,5% di Naccari Carlizzi. Destra contro Sinistra, con un risultato sempre definito già al primo turno.

Stavolta, invece, siamo fuori dagli schemi. La partita non è soltanto tra Minicuci e Falcomatà: a credere nel ballottaggio sono anche Angela Marcianò e Klaus Davi, poi ci sono anche Fabio Foti del Movimento 5 Stelle e Saverio Pazzano del Collettivo La Strada che hanno la concreta speranza di un risultato importante. Il grillino buono, pacato e preparato al punto che non si capisce cosa ci faccia nel Movimento, Fabio Foti e il comunista sostenuto da De Magistris che ha iniziato la campagna elettorale un anno fa, Saverio Pazzano, hanno contribuito ad elevare il dibattito della campagna elettorale, anche grazie a Fabio Putortì, Maria Laura Tortorella e il solito Giuseppe Siclari del Partito Comunista dei Lavoratori. L’enorme schiera di candidati dell’area di centrosinistra e civici evidenzia il forte malcontento rispetto all’Amministrazione uscente guidata da Falcomatà, che spera di andare al ballottaggio soltanto perchè non ha un avversario forte che ha aggregato al punto tale da diventare un’alternativa vincente al primo turno. Ma è chiaro che tutti coloro che non voteranno Falcomatà, pur facendo scelte diverse tra Marcianò, Davi, Minicuci, Foti, Pazzano, Putortì, Tortorella e Siclari, voteranno contro Falcomatà e contro il suo modo di amministrare la città palesato negli ultimi sei anni. Ecco perchè la corsa al ballottaggio è decisiva per la partita che determinerà il nuovo Sindaco della città.

A meno che ad aggiudicarsi entrambi i posti dello spareggio non saranno due candidati delle opposizioni. Una circostanza difficile ma non impossibile: è stata la campagna elettorale più avvincente e turbolenta della storia, condizionata da fotomontaggi pornografici, minacce, intimidazioni e denunce, ma anche di palesi toni anti-‘ndrangheta da parte dei candidati, che pubblicamente in piazza hanno urlato il ribrezzo nei confronti della criminalità organizzata che soffoca la città, da Angela Marcianò che a piazza Duomo ha dettoche “è la ‘ndrangheta il nostro nemico principale“, a Klaus Davi che a piazza De Nava ha ripetuto più volte “mafiosi, se vinco vi rompo il culo“. Entrambi candidati dalla forte credibilità anti-‘ndrangheta, già dimostrata negli scorsi anni con l’attività amministrativa di Angela Marcianò che da Assessore ai Lavori Pubblici si è vista addirittura bruciata l’automobile, e con i servizi giornalistici di Klaus Davi che ha citofonato, ripreso e intervistato alcuni tra i principali boss della città.

L’impressione è che dopo una campagna elettorale così forte, le sorprese non siano ancora finite. Anzi. Probabilmente il bello deve ancora iniziare.

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