Foto porno con Angela Marcianò, adesso femministe e garanti restano muti. E per il Sindaco se l’è cercata: così l’odio vince sulla civiltà

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Fotomontaggio pornografico con Angela Marcianò, da sinistra un’onda di rabbia e odio contro la candidata civica che fa paura al Sindaco uscente

Tante volte siamo inorriditi a leggere o ascoltare il commento dell’idiota di turno che, dopo lo stupro di una ragazza, è puntualmente spuntato fuori con le sue considerazioni misogine e sessiste del tipo “chissà com’era vestita”, oppure “che ci faceva a quell’ora della notte in quel posto?“. Adesso, a Reggio Calabria, è nientepopodimeno che il Sindaco in persona, esponente di un partito che si chiama “Democratico”, a farci inorridire per analoghe considerazioni. Dopo il fotomontaggio pornografico ai danni di Angela Marcianò, Falcomatà ha inviato una nota ufficiale di “solidarietà” in cui si legge che “Quella che stiamo vivendo è una campagna elettorale strana: breve e, tuttavia, fin troppo aspra. Personalizzala contro qualcuno porta, inevitabilmente, ad esasperare i toni con conseguenze pericolose e impossibili da controllare“. Un po’ come a voler dire che Marcianò se l’è cercata perchè sta facendo campagna elettorale contro di lui e quindi non si può controllare cosa le può succedere. Ci manca solo un ben ti sta, e il quadro sarebbe completo. In ogni caso non è (solo) Falcomatà il problema: lo conosciamo da sei lunghi anni (sigh!) e determinati suoi atteggiamenti non sono una novità.

Ancor più stonato il silenzio di tante femministe, garanti dei diritti delle donne, dei minori e dei più deboli, che pochi giorni fa si erano infervorate quando alcuni amici della stessa Marcianò avevano scattato a Santa Venere una foto innocente della candidata con suo figlio che indossava una simpatica maglietta di incoraggiamento alla mamma nel suo impegno civico. “Serenamente e con grande senso di responsabilità le forze politiche coinvolte lascino fuori dalla competizione elettorale i bambini. Ai bambini non serve essere testimonial o sponsor, né tanto meno simboli da esibire o totem da esporre alle folle ed alla piazza” tuonava Valentina Arcidiaco, Garante per i Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Reggio Calabria. A farle eco Emanuele Mattia, suo omologo della Città Metropolitana: “candidati lascino fuori i bambini e gli adolescenti dalle dinamiche propagandistiche”. Come dimenticare gli accaniti post social di Filippo Sorgonà, ex esponente del Movimento 5 Stelle e adesso rappresentante delle Sardine e candidato di Falcomatà, che stigmatizzava due rare immagini di Marcianò e Minicuci affiancati da un bambino, ignorando completamente che il piccolo Italo compare con straordinaria normalità accanto al Sindaco nei post e nelle dirette social ininterrottamente da anni senza che alcuno batta ciglio.

Eppure adesso, per un episodio molto più grave, nessuno si scandalizza e anzi il Sindaco Falcomatà sottolinea che personalizzare la campagna elettorale contro qualcuno “porta, inevitabilmente, ad esasperare i toni con conseguenze pericolose e impossibili da controllare”. Perbacco, Marcianò avrebbe dovuto fare campagna elettorale esaltando le mirabolanti imprese amministrative del Sindaco uscente! Probabilmente in quel caso non le sarebbe successo nulla.

Ma ciò che ci chiediamo in queste ore è che fine hanno fatto le femministe, le garanti dei diritti delle donne, le attiviste impegnate nelle battaglie per le quote rosa, per la doppia preferenza di genere, per la parità dei sessi e su tante altre battaglie di civiltà? Perchè, oggi, rimangono in silenzio? 

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