Le ricette di StrettoWeb: ricetta e tradizione della torta di patate alla ‘nduja
Questa torta di patate alla ‘nduja è un piatto dal sapore unico ed avvolgente realizzato in modo semplice e con pochissimi ingredienti. La ‘nduja, simbolo della cucina povera contadina, è un insaccato molto versatile di cui bastano piccole quantità per trasformare qualunque pietanza. Un piatto piccante, colorato e gustoso, questo, che ricorda immediatamente la Calabria ed i suoi sapori inconfondibili. La ‘nduja è stata inserita, infatti, nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Calabresi dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Difficoltà: facile
Preparazione: 15 minuti
Cottura: 30 minuti
Porzioni: 4 persone
Costo: basso
INGREDIENTI
1 kg patate a pasta gialla
2 cucchiai di ‘nduja
1 uovo
30 gr. pecorino grattugiato
1 spicchio d’aglio
Olio extra vergine di oliva
Sale
Preparazione
Lavate e lessate le patate. Schiacciatele con lo schiacciapatate ancora calde e aggiungete un pizzico di sale. Ponete in una ciotola il composto di patate e unite la ‘nduja a temperatura ambiente, amalgamate bene e lasciate raffreddare. Adesso unite l’uovo intero ed il pecorino grattugiato e mescolate. Fate soffriggere leggermente uno spicchio d’aglio intero in una padella antiaderente con olio extravergine di oliva e, dopo averlo tolto, versate il composto di patate dandogli una forma. Quando lungo i bordi si forma la crosticina croccante girate la torta e fatela dorare dall’altro lato. Fatela intiepidire prima di gustarla anche per poterla tagliare facilmente. Questa torta è squisita anche fredda.
Conservazione
La torta di patate alla ‘nduja si conserva in frigo 1 o 2 giorni al massimo.
Curiosità sulla ‘nduja calabrese
Insaccato morbido a base di carne di maiale e peperoncino piccante, la ‘nduja è il simbolo della cucina calabrese. Le sue origini sono incerte infatti alcuni sostengono che arrivò con gli spagnoli nel 1500 mentre secondo altri fu il re di Napoli Gioacchino Murat, nel 1800, a diffondere un salame francese chiamato “andouille” da cui poi ebbe origine la ‘nduja. Un dato certo è che questo insaccato piccante nasce dal bisogno di utilizzare le parti meno pregiate del maiale di cui, come cita un antico detto, “non si butta via niente”! Se in passato era realizzato, infatti, soltanto con le frattaglie, oggi si utilizzano le parti grasse del maiale come il lardo, il guanciale e la pancetta e, naturalmente, il peperoncino piccante che ne permette una lunga conservazione. La ‘nduja di Spilinga, piccolo comune in provincia di Vibo, segue i precisi passaggi di lavorazione e gli ingredienti previsti dal marchio DOP.
Il consiglio della zia
Che dire! Un solo consiglio non basta certamente perché il gusto e la morbidezza della ‘nduja esalta i sughi, le bruschette, le pizze, i formaggi, i legumi e anche i piatti più semplici.