Catania. L’antico convento agostiniano di Caltagirone è pronto rinascere a nuova vita, sotto forma di Museo della ceramica. Coniugherà tradizione e tecniche espositive avveniristiche, candidandosi a diventare uno dei poli museali più attrattivi della Sicilia
“Il Museo regionale della ceramica di Caltagirone sarà finalmente completato e sarà in linea con tutti i più moderni standard. L’antico convento agostiniano rinascerà a nuova vita coniugando tradizione e tecniche espositive avveniristiche, candidandosi a diventare uno dei Poli museali più attrattivi della Sicilia”. Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, annunciando la firma, da parte della soprintendente dei Beni culturali di Catania Rosalba Panvini, del contratto per l’avvio degli interventi nell’ex convento calatino di Sant’Agostino. Il progetto, elaborato dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana, prevede una serie di lavori necessari al completamento dell’opera di trasformazione dell’antica struttura in un museo moderno e accogliente, con nuovissimi allestimenti e spazi espositivi.
Posto in posizione dominante sulla città, sulla sommità della monumentale scala di Santa Maria del Monte, il plesso del convento – riedificato dopo il terremoto del 1693 su progetto di Natale Bonaiuto, ristrutturato e ampliato alla fine dell’Ottocento – occupa in gran parte lo spazio dell’ormai distrutto Castello di Caltagirone, di origine bizantina, rifondato dopo la conquista della città nel 1090 dal gran conte Ruggero d’Altavilla. Prima convento dei Padri Agostiniani, l’edificio transitò a seguito della soppressione post-unitaria degli ordini e delle congregazioni religiose al Comune che nel 1897 lo concesse alla Diocesi.
Il progetto (realizzato da un Raggruppamento temporaneo di professionisti formato dagli architetti Vito Garbo, Damiano Pino Pitari, Pietro Artale, Ivan Spica, Marco Lungavita, Maurizio Blunda e dagli ingegneri Giuseppe Calvaruso, Salvatore Barone e Gaetano
Barresi, rup l’architetto Giovanni Laudani) riguarda, tra l’altro, la protezione degli storici cornicioni e delle parti più delicate della facciata, il restauro del portale che dà su via Sant’Agostino, la ricostruzione della torre campanaria crollata nel 2003 e il completamento degli allestimenti interni.