Coronavirus. L’ex presidente del Parco dei Nebrodi e vittima di un attentato di mafia, Giuseppe Antoci, ammonisce sull’opportunità che potrebbe presentare per le organizzazioni criminali una cattiva gestione delle manifestazioni contro le restrizioni imposte dai Dpcm
Manifestazioni di protesta, contro le restrizioni contenute nel nuovo DPCM, hanno portato, in questi giorni, tanta gente a scendere in piazza nelle principali città italiane: Milano, Palermo, Roma, Torino, Catania, Trieste, Treviso, Cremona e Napoli. A Napoli e Torino le situazioni più critiche anche con violenti scontri e arresti.
“Non possiamo criminalizzare le persone perbene che hanno ritenuto di protestare in maniera pacifica – così Giuseppe Antoci Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto ed ex Presidente del Parco dei Nebrodi sfuggito ad un agguato mafioso a maggio 2016.
“Queste persone – continua Antoci – che tentano di dimostrare con la protesta le loro preoccupazioni e a volte la loro disperazione, non possono e non devono essere confuse con quei criminali che si infiltrano nelle manifestazioni o che, in alcuni casi, le organizzano per creare scontri e contrapposizioni tendenti a contrapporre allo Stato non una legittima e pacifica protesta ma letteralmente l’anti-Stato“.
“Bisogna stare molto attenti a non fare il gioco delle mafie e della criminalità organizzata che vuole far apparire ai cittadini ed imprenditori preoccupati e disperati che la loro tutela non è lo Stato ma loro. Loro pronti a finanziarli, loro pronti a supportarli con la liquidità di cui abbisognano ma anche loro pronti a strozzarli e a rubare il loro futuro – conclude Antoci -. Alziamo l’attenzione e speriamo che arrivino subito le somme stanziate dal Governo, ciò servirà non solo a dare ossigeno alle aziende ma anche a tenere lontani gli avvoltoi. Non lasciamoli nelle loro mani facendo di tutti dei criminali”.