Coronavirus Messina. De Luca: “Abbiamo messo in moto la nostra macchina amministrativa per dare un minimo di ristoro a tutti. Se scompare il tessuto della piccola imprenditoria, il prossimo a saltare sarà il Palazzo Municipale, con il partito del 27 del mese”
“Spero che la bozza del nuovo DPCM di Conte che prevede ulteriori restrizioni per commercianti, bar e settore della ristorazione, resti tale perché se così fosse, decreterebbe il suicidio economico di tutta la filiera”. Così il sindaco di Messina, Cateno De Luca, in una nota attraverso la quale prende posizione rispetto alle attuali soluzioni studiate da Governo regionale e nazionale per contrastare il diffondersi del coronavirus.
“Bisogna parlare chiaro ed assumersi le responsabilità del caso. Almeno, se così sarà, che quantomeno siano stanziati i tanti celebrati aiuti ai Comuni di cui Stato e Regione si sono riempiti la bocca in questi mesi, con slogan trionfalistici. Solo per Messina ci spettano 60 milioni di liquidità che Conte e Musumeci non hanno ancora versato. Infieriscono con colpi di sciabola senza però concedere neanche una speranza su cui agganciarci. Così ho difficoltà a pianificare l’emergenza, anche rispetto agli aiuti da stanziare. Per tale motivo ho già pianificato una riunione di giunta per oggi alle 18 per mettere in campo delle misure straordinarie e urgenti come Comune di Messina. Non possiamo continuare a essere i soggetti che sul territorio rappresentato lo Stato, se il medesimo ci pugnala alle spalle”.
“In favore del proprio tessuto imprenditoriale – continua il Primo cittadino – il Comune di Messina si vuole dichiarare parte civile. Ecco quanto riferito ieri al Prefetto. L’omissione di Stato in una situazione del genere non è consentita. Alziamo le mani dinanzi al virus che ritorna prepotentemente, ma ognuno deve svolgere il suo ruolo. Tutto quello che io posso mettere in campo lo farò. Se però posso fare una manovra anche da 5 milioni euro, ma non ho la liquidità da mettere in circolazione perché chi la doveva trasferire ancora non lo fa, mi annullano ogni tentativo di ristoro per la mia gente”.
“La capacità di ripresa di altre regioni è diversa – conclude il Sindaco peloritano –. Chi fa i DPCM sopra le nostre teste dovrebbe capirlo. Non pretendiamo di essere assistiti ma chiediamo differenti provvedimenti, calibrati in funzione di quello che è la realtà socio economica di ogni territorio. Pertanto, abbiamo messo in moto la nostra macchina amministrativa per dare un minimo di ristoro a tutti, ma non perché voglio essere ringraziato. Se scompare il tessuto della piccola imprenditoria, il prossimo a saltare sarà il Palazzo Municipale, con il partito del 27 del mese, che pensa che lo stipendio sia sempre dovuto. Ecco perché invito anche a una vicendevole solidarietà, senza la quale il sistema è destinato all’implosione. Da parte mia e della mia squadra, sarà fatto tutto il possibile affinché ciò non accada“.