Vincenzo Nibali rivela un retroscena sulla protesta relativa alla 19ª tappa del Giro d’Italia 2020: lo ‘Squalo’ non sapeva nulla, ha scoperto tutto su Telegram
La 19ª tappa del Giro d’Italia ha vissuto un momento piuttosto concitato nelle fasi iniziali, in grado di generare grande polemica per tutto l’arco della giornata ed eclissare anche il finale della frazione vinta da Josef Cerny. In mattinata, i ciclisti hanno deciso di pretendere l’accorciamento della tappa odierna, la 253 km di distanza fra Morbegno ed Asti. Pioggia e freddo (nonostante una dozzina di gradi) hanno rappresentato il pretesto ideale per mascherare la volontà di recupare energie fra la tappa dello Stelvio di ieri e quella del Sestriere di domani. Tanta la confusione anche fra gli stessi corridori sia al momento della partenza, fermi sotto la pioggia, che nel post gara al momento di rispondere alle domande dei giornalisti.
La fotografia della situazione l’ha data Vincenzo Nibali ai microfoni di RAI 2, spiegando di aver saputo tutto a fatto compiuto, fra foglio firme e chat di Telegram: “tappa accorciata? L’ho saputo quando sono arrivato al foglio firma, prima nessuno aveva parlato con me. La motivazione vera e propria non la so. Ho scoperto che ce lo avevano comunicato tramite una chat di Telegram, ma non è il modo di dire certe cose. Questa mattina siamo partiti sapendo di prendere la pioggia. Difficile poter dire se questa è una decisione giusta o meno“.