Processo a Matteo Salvini su caso Gregoretti: il Pm chiede l’archiviazione, le reazioni dei sostenitori e degli oppositori

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Caso Gregoretti. Inizia oggi il processo a Matteo Salvini sulla gestione dello sbarco dei 131 migranti dalla nave della Guardia Costiera italiana Gregoretti, per cui è accusato di sequestro aggravato. Numerose le reazioni di politica e società civile

Prende oggi il via il processo all’ex ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, riguardo le vicende del cosiddetto caso Gregoretti. La nave della Guardia Costiera italiana a cui, nel luglio del 2019, il Viminale impedì per giorni di attraccare in un porto italiano, nell’attesa di ottenere la disponibilità da parte degli altri paesi Ue alla redistribuzione dei migranti che vi erano imbarcati, poiché soccorsi in mare.

All’origine della vicenda legale l’esposto presentato alla Procura di Siracusa dall’associazione ambientalista Legambiente, che nel luglio del 2019 aveva denunciato l’allora ministro dell’Interno Salvini per sequestro di persona.
Oggi, inoltre, Legambiente ha dato mandato all’avvocato Daniela Ciancimino per la costituzione di parte civile dell’associazione all’udienza preliminare.

Riguardo lo svolgimento del processo la Procura di Catania, tramite il Pm Andrea Bonomo ha chiesto, come aveva fatto nella prima fase del procedimento, al Gup Nunzio Sarpietro l’archiviazione per il reato di sequestro di persona aggravato relativo ai 131 migranti che si trovavano a bordo della Gregoretti all’epoca dei fatti.

Stando a quanto riferito da fonti della Lega, inoltre, la difesa di Matteo Salvini, gestita dall’avvocato Giulia Bongiorno, avrebbe chiesto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste e un’eventuale audizione dell’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Richiesta avanzata per stimolare un approfondimento probatorio da parte del giudice al fine di accertare se le procedure di sbarco indicate nel capo di imputazione sono le stesse seguite tuttora dal governo Conte.

L’avvio del processo ha suscitato la reazione, talvolta indignata, talvolta favorevole di moltissimi esponenti del mondo della politica, dell’associazionismo e di attivisti. Particolarmente accesi i toni di coloro i quali si sono schierati a difesa del leader della Lega, posizione sulla quale converge sostanzialmente tutto il centrodestra, che in diverse occasioni hanno parlato di magistratura politicizzata e, nelle dichiarazioni più accese, di sfida alla separazione dei poteri ed allo stato di diritto.

Non particolarmente più moderati i toni degli oppositori che, nel caso dei manifestanti della rete Mai con Salvini, riunitisi a Catania in piazza Trento, hanno esposto uno striscione con scritto “Abbiamo già la sentenza: Salvini merda”.

Le reazioni del fronte pro-Salvini

Il processo a Matteo Salvini che si è aperto questa mattina a Catania rappresenta l’eterno ritorno della giustizia politicizzata, una deriva pericolosa e una sfida allo stato di diritto e alla separazione dei poteri – Afferma Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati –. Le scelte politiche non si possono processare: tutti gli italiani che non siano accecati da odio ideologico e faziosità, capiscono che sul caso Gregoretti Salvini ha agito da Ministro nell’esercizio dei suoi doveri istituzionali. La presenza di Forza Italia e di tutto il centro-destra a Catania a difesa della legalità è un segnale importante e un messaggio al Paese: la coalizione è unita e non appena sarà restituita la parola agli italiani in libere elezioni è pronta a tornare al governo“.

Alcuni magistrati hanno usato il loro potere per condizionare la politica – ha aggiunto il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani –, serve una riforma con la separazione delle carriere, bisogna bilanciare pubblica accusa e difesa, devono essere equiparate“.

È normale che chi tradisce quotidianamente gli impegni che si è preso con i cittadini voti per mandare a processo chi quegli impegni se li è presi? Penso francamente che sia tutto mostruoso e penso che lo sia per la politica – dichiara Giorgia Meloni, leader del partito Fratelli d’Italia –. Oggi colpisce Salvini e il Pd è contento ma domani può colpire qualcun altro, e alla fine i cittadini non conteranno più niente

Quello che i cittadini ci chiedono è difendere i confini della nostra Nazione e proteggere gli italiani – ha aggiunto Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’ItaIia alla Camera –. Ribadiamo la nostra fiducia nella magistratura e allo stesso tempo non possiamo che provare sdegno e disappunto nei confronti del Pd, che oggi a Catania manifesta per invocare processi e condanne nei confronti di un ministro che ha solo fatto il proprio dovere su preciso mandato degli italiani. Per noi nulla può essere al di sopra della volontà popolare e dell’interesse nazionale e continueremo a batterci, in piazza come in Parlamento, per tutelare questo principio“.

Il fronte anti-Salvini

Tocca alla magistratura il compito di giudicare la rilevanza penale delle azioni del per fortuna ex Ministro dell’Interno – scrive su Facebook la deputata Leu Rossella Muroni –. In questo giorno, dopo la strage del 2013, ricordiamo le migliaia di morti avvenute nel nostro mare, il Mediterraneo. Succedeva e succede a pochi metri dalle nostre spiagge, nell’indifferenza di molti e l’eroismo civico di pochi. La politica ha responsabilità enormi, alle quali non può né deve sottrarsi. Governo e maggioranza devono innanzitutto dare seguito a uno dei punti fondamentali su cui è nato il Conte bis: cancellare gli orribili decreti sicurezza, quelli che umiliano la nostra cultura giuridica e negano la nostra storia di umanità e solidarietà. Ogni giorno di inadempienza è un giorno in più di vergogna per il nostro Paese“.

Da 40 anni – dichiarano Stefano Ciafani e Gianfranco Zanna, presidente nazionale e regionale di Legambientelottiamo contro ogni ingiustizia promovendo un’ecologia umana legata alla centralità delle persone e alla tutela dell’ambiente. Quanto accaduto sulla Gregoretti un anno fa è un fatto grave e inammissibile frutto di scelte politiche inconcepibili. Non si possono giudicare le persone dal loro passaporto e togliere loro la dignità. Non si possono alzare muri e barricate né chiudere i porti contro il dramma dell’immigrazione. Occorre fare ben altro: bisogna accogliere e aiutare quelle persone – donne, uomini e bambini – che fuggono da guerre, difficoltà, miseria, che subiscono ingiustizie sociali, economiche e ambientali, spesso causate dai Paesi occidentali come i cambiamenti climatici, e combattere ogni tipo di pregiudizio, indifferenza e intolleranza. A tal proposito restiamo in attesa della cancellazione da parte dell’esecutivo Conte 2 dei due decreti sicurezza varati dal precedente governo, ancora incredibilmente in vigore“.

A fianco di Legambiente nel suo costituirsi parte civile nella vicenda giudiziaria relativa alla nave Gregoretti. È una delle tante pagine di cui il nostro Paese, l’Europa, culla dei diritti umani della democrazia, dovranno un giorno rendere veramente conto“. Così, invece, don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera. “Perciò è necessario, al di là degli sviluppi giudiziari della vicenda, arrestare l’emorragia di umanità, denunciare le violenze, le ipocrisie, le manipolazioni. La prima cosa da sottolineare è che la persona migrante non è il nemico, semmai la vittima come hanno compreso le tante Ong impegnate a sostenere, accogliere salvare. Le migrazioni ci sono sempre state, fanno parte della storia dell’umanità ma se hanno toccato negli ultimi 30 anni picchi che conosciamo è a causa di un sistema politico ed economico che ha prodotto ingiustizie laceranti, disuguaglianze. La seconda cosa da sottolineare – prosegue Ciotti – è che i muri, i fili spinati, le frontiere fortificate non sono solo disumani ma anche inutili. Il corso della storia non si può fermare ma lo si può certo governare. E governare in questo caso significa cominciare a ridurre le disuguaglianze e le ingiustizie, gli squilibri sociali e climatici facendo in modo che ogni persona ad ogni latitudine possa vivere una vita libera e dignitosa. Solo così le migrazioni potranno essere contenute e cessare di essere un disperato esodo di massa che nessun muro, nessuna legge potrà mai fermare. Per governare i fenomeni globali occorrono risposte globali, quelle risposte che mai darà una politica sovranista, con le sue retoriche derive nazionaliste, fasciste e razziste“.

Da segnalare infine, a piazza Trento, a circa 500 metri dal tribunale di Catania dove si svolge il processo di Matteo Salvini, la contro-manifestazione organizzata dalla Rete Mai con Salvini. I manifestanti hanno steso uno striscione con scritto “Abbiamo già la sentenza: Salvini merda”. Gli stessi hanno distribuito anche centinaia di rotoli di carta igienica con la foto del leader leghista.

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