Al di là del risultato finale di ieri, non si può non notare come la Reggina – anzi Toscano – abbia a disposizione un “tesoro”
“Chi trova un amico trova un tesoro” recita un famoso proverbio italiano. “Chi trova una rosa ampia trova un tesoro”, potrebbe ribattezzarlo Toscano. Sì, un tesoro, quello che il tecnico amaranto ha a disposizione quando, voltandosi indietro verso la panchina, si ritrova con un ventaglio di alternative utili da usare a seconda delle situazioni. Se sa usare bene questa possibilità? Beh, che domande. Lo si è detto e ridetto spesso: la scorsa stagione la Reggina ha vinto un campionato in questo modo. Quante volte a decidere il match, con gol, assist o episodi favorevoli, sono stati i subentrati dalla panchina? Tante, specie in quelle gare in cui la gara era bloccata.
Nulla di nuovo, dunque, se non gli elementi che Toscano utilizza quest’anno. Rosa non rivoluzionata, ma modificata in larga parte specie dalla cintola in su. E se (almeno per ora) l’allenatore reggino sta utilizzando tanti interpreti della scorsa stagione nella formazione titolare, tra quelli che fanno il loro ingresso sul rettangolo verde quasi tutti sono nuovi. O, se non nuovi, comunque mai utilizzati. Un nome? Facile. Hachim Mastour. Inutile stare a ribadire le qualità dell’italo-marocchino, inutile stare a ribadire come tecnicamente con la Serie B non c’entri nulla, inutile stare a ribadire come Toscano lo stia plasmando lavorando molto sulla testa. Lo abbiamo detto e ripetuto tante volte. La certezza è che, ad oggi, si tratta della prima alternativa del mister in fase offensiva. L’ex Milan infatti è subentrato a metà gara in tutte e tre le partite di inizio stagione. E in tutte, la sua carta, è stata giocata alla grande. Mastour garantisce quel cambio di passo, quel quid in più utile a velocizzare la manovra. La sua rapidità di piede e di pensiero consentono al tecnico di utilizzarlo con facilità a gara in corso, con un avversario in ossigeno.
Ieri, in ossigeno, era proprio l’Entella, che ha dato tanto nella prima frazione. L’ingresso di Folorunsho ha dato un po’ più di fisicità, l’espulsione di Crimi ha fatto il resto, permettendo all’italo-marocchino di svariare per tutto il fronte offensivo sgravato da compiti in fase di non possesso. E così è andato a nozze con Menez, Denis, Crisetig, fraseggiando alla grande e ad un tocco. Detto degli sprechi in fase di finalizzazione, non si può non notare come nella ripresa la Reggina abbia cambiato volto. I 5 cambi – lo si era detto ad inizio stagione – sono una piacevole opportunità che questa squadra ha a disposizione. Perché le carte da giocare dalla panchina sono sullo stesso livello dei titolari (tranne rarissimi casi) e perché Toscano sa sfruttare al meglio questa chance. E ancora c’è tanto da scoprire. Si è visto un Lafferty a mezzo servizio, così come Faty. Non si conoscono ancora le qualità di di Vasic, mentre non sono da dimenticare i vari Charpentier e Rivas. Quest’ultimo, ricordiamolo, Toscano la scorsa stagione lo ha utilizzato poco nel girone d’andata, “dosandolo” al punto giusto per un ritorno in cui ha spaccato il mondo.
E quest’anno? Cambiano tanti interpreti, ma non cambiano le intenzioni e le capacità di Toscano, che ha in mano “il suo… tesssoro“.