Reggio Calabria, clamorosa beffa per Klaus Davi: è fuori dal Consiglio Comunale. Pangallo: “faremo ricorso perché conoscere oggi i dati ufficiali è assurdo, fino a ieri ci confermavano di essere dentro”

StrettoWeb

Dopo due settimane la Commissione elettorale centrale ufficializza il numero dei voti e Klaus Davi risulta non aver raggiunto il 3% utile per entrare in Consiglio Comunale: adesso il candidato Nico Pangallo chiede chiarezza e spiega la situazione a StrettoWeb

Dall’esaltazione di gioia al sentimento di sconforto nel giro di sole due settimane. Klaus Davi è fuori dal Consiglio Comunale perché in realtà non ha superato la soglia di sbarramento del 3%: è quanto emerge dai risultati ufficiali della Commissione elettorale centrale, che in queste ore ha comunicato dati differenti da quelli pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno (tuttora riportati sul portale Eligendo), della Prefettura e del Comune di Reggio Calabria. E’ la conferma alle indiscrezioni degli ultimi giorni, su cui il massmediologo aveva appunto richiamato l’attenzione. A fare chiarezza sull’accaduto ai microfoni di StrettoWeb è intervenuto Nicola Pangallo, candidato consigliere che ha raccolto il maggior numero di voti nella lista ‘Klaus Davi per Reggio’: “Questa mattina abbiamo appreso la notizia che quel 3,02% riportato su Eligendo e sul portale della Prefettura non è reale, siamo quindi esclusi ai fini della ripartizione dei seggi. Proceduralmente gli avvocati stanno cercando di capire che termini ci sono per fare ricorso, ma a prescindere da tutto lo ritengo un fatto politicamente grave. Se l’ufficialità dei numeri infatti fosse arrivata prima della possibilità di apparentamento in vista del ballottaggio ne avremmo quantomeno discusso. Il risultato ha però ovviamente alterato ogni tipo di valutazione politica, noi saremmo potuti entrare in Consiglio anche trovando una collaborazione con la coalizione perdente. Magari adesso i numeri sono corretti e noi davvero non abbiamo varcato la soglia minima di sbarramento, ma andava detto in tempi utili e non a risultato conseguiti. Ci dicano se quello che stiamo dicendo è sbagliato. L’accaduto è alquanto discutibile, impensabile che nel 2020 in Europa bisogna aspettare 20 giorni per capire la percentuale di una lista rispetto ai voti utili”.

C’è grande delusione nelle parole di Nico Pangallo, che senza sbilanciarsi sull’esito del ricorso spiega: “Il dato di fatto è che una percentuale reale non si può scoprire ad elezioni concluse, gli avvocati valuteranno se la Commissione centrale si è mossa a termini di legge oppure no, perché sulla ripartizione dei seggi è assurdo dire oggi che il 3% non è stato raggiunto, quando invece sui siti dello Stato c’è scritto 3,02%. Anche sul vostro giornale, ma anche su tutte le altre testate locali, era uscito il comunicato stampa con la precisa ripartizione dei seggi, che in due settimane nessuno della Commissione stessa ha smentito dicendo che non c’era nulla di ufficiale. Sono stato in Commissione 20 volte e fino a ieri mattina mi hanno confermato di essere dentro. Sull’esito del ricorso non posso pronunciarmi, gli avvocati sanno che noi non siamo stati messi nelle condizioni di avvalerci di un diritto politico, cioè quello di poterci apparentare; il secondo caso è capire di questi 80 voti dubbi se è possibile fare un riconteggio dei voti”.

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