Reggio Calabria, l’appello: “siamo chiamati a scegliere nel prossimo ballottaggio tra i due schieramenti rappresentati da Giuseppe Falcomatà e Antonino Minicuci. Ci schieriamo, senza indugiare “sui se e i ma”, dalla parte del centrosinistra”
Di seguito l’appello integrale per Falcomatà sindaco:
“Siamo persone con pluralità di storie, percorsi e concezioni, a vario titolo impegnate professionalmente o a livello di volontariato in vari settori della cultura, dell’ambientalismo, della solidarietà, delle imprese sociali, della tutela dei diritti. Nel corso della campagna elettorale abbiamo sostenuto convintamente, in forme diverse e naturalmente a titolo personale, la candidatura a sindaco di Saverio Pazzano, non solo per la qualità e credibilità della persona ma anche perché abbiamo ritenuto che il progetto amministrativo proposto da lui e dal suo movimento “La Strada” era quello che meglio corrispondeva al nostro modo di vedere l’amministrazione della Città e l’auspicato, e finora in parte deluso, suo “ritorno al futuro”. Ciò anche grazie a un programma concreto e, insieme, di ampio respiro sui vari temi – da quelli ambientali a quelli culturali, della giustizia sociale, del pieno sviluppo della persona umana, delle periferie, del “riabitare Reggio” e di una più ampia visione metropolitana e mediterranea – ma anche a un modo finalmente giusto di ascoltare i cittadini e di rapportarsi alle loro istanze.
“La Strada” ha saputo avviare un dialogo serio e corretto con quelle associazioni che, in totale “autonomia non compiacente”, si rendono interpreti, di sani interessi collettivi. Riteniamo che l’ottimo risultato ottenuto dal movimento rappresenti, al di là di un investimento di prospettiva, una ventata di novità e di freschezza che irrompe in Consiglio Comunale e che potrà portare indubbi benefici per la collettività. Questo attraverso la possibilità di controllare, “mettendoci gli occhi”, e attraverso il contributo ad innalzare la qualità del dibattito e delle deliberazioni. Tale presenza attiva de “La Strada” sarà soprattutto utile a portare dentro la “sala comandi” la voce della “buona città” e quindi aumentare il tasso di aria pulita, legalità, competenza e trasparenza nell’Istituzione Comunale e, di riflesso, nella Comunità cittadina. La nostra scelta ci ha consentito anche di guardare con attenzione, e in molti casi apprezzamento, ad altri movimenti civici che si sono misurati – nei quartieri, nelle strade e nelle piazze – nella competizione elettorale. Anch’essi sono conferma di un fermento sociale carico di vitalità e voglia di contare, ma anche di richiesta d’ascolto e di spinta al dialogo, con proposte dal basso che vanno raccolte, accorciando le distanze che oggi si registrano. Anche i tanti candidati, che si sono messi in gioco, rappresentano un patrimonio prezioso da non disperdere, a prescindere dal risultato dell’urna.
Adesso siamo chiamati a scegliere nel prossimo ballottaggio tra i due schieramenti rappresentati da Giuseppe Falcomatà e Antonino Minicuci. Ci schieriamo, senza indugiare “sui se e i ma”, dalla parte del centrosinistra. Non si tratta di scegliere “il meno peggio” ma quello con cui – al di là delle valutazioni su limiti ed errori nella impostazione e nella pratica amministrativa di questi anni – c’è una comunanza di storia collettiva, una maggior potenziale sintonia di accenti, di cultura politico-sociale e di valori a cui attingere, con un approccio alquanto diverso, e da cui ripartire. Facendo innanzitutto tesoro della significativa scossa che è venuta dai cittadini elettori. A tale scopo potrà essere messa a frutto l’esperienza maturata, nel bene e nel male, in questi sei anni che dovrebbe aver dato più saldezza e meno condizionamenti alla guida amministrativa. Le nuove opportunità, che dovrebbero venire da prospettate disponibilità finanziarie, toglierebbero parte delle scusanti, quelle vere, su cui troppo si è indugiato. La nostra missione sarà quella di far sentire il “fiato sul collo” agli amministratori, mettendoli alla prova costante con proposte concrete e costruttive. Oggi grazie alla forza espressa dai movimenti, che peserà in Consiglio Comunale e nella società, si può pensare di provare a percorrere una strada nuova, senza disperdere quello che di buono, per quanto insufficiente, è stato fatto. Ripartire da un serio confronto sul tema dei rifiuti ci sembra una proposta da condividere. Reggio ha bisogno di attenzione e fiducia, di cura manutentiva incessante, di scelte ambiziose e realizzazioni concrete, capaci di risvegliare passione e senso di appartenenza nei cittadini. Così come avvenne in quella “primavera amministrativa” rimasta tuttora nelle menti e nei cuori dei reggini e a cui tanti di noi, anche chi non è di questa città, guardiamo ancora, non come sterile amarcord ma come bussola di riferimento.
Scegliamo il centrosinistra soprattutto perché sarebbe per noi impossibile mettersi dalla parte di quelle forze politiche del centrodestra che già in passato hanno messo sul lastrico la città, fino all’onta del “Commissariamento per ‘ndrangheta”, che non danno affidamento sul terreno della legalità e che sono portatrici di proposte velleitarie o di retroguardia. Due per tutte, quella posta come eterno feticcio, specchietto per allodole di ogni tornata elettorale, del Ponte sullo Stretto e quella antistorica dei cassonetti, delle discariche e dei termovalorizzatori. Facciamo senza tentennamenti questa chiara scelta di campo anche perché seriamente preoccupati che la città di Reggio Calabria – che avrebbe bisogno di rafforzare la sua visione progressista di democraticità, equità, inclusività e armonia sociale – possa andare verso una deriva non tanto conservatrice quanto addirittura – come al di là dei tentativi di mascheratura si prospetta – sovranista e leghista con il condimento di nostalgie razziste e fascistizzanti. Sarebbe un’onta se la nostra Reggio diventasse la unica grande città del Meridione ad essere consegnata, come trofeo di guerra, alla Lega di Salvini, nata e sviluppatasi come forza politica xenofoba e antimeridionale. Riferimento irrinunciabile e condiviso deve essere la Costituzione Italiana, troppo spesso inattuata, che garantisce pari dignità a tutti i cittadini. L’ambizione affascinante di “riabitare Reggio” indica un obiettivo di percorso valido in sé, ma che potrebbe diventare un modello di riferimento per altre realtà calabresi e meridionali. Come ha ben sottolineato nel suo programma il movimento “La Strada”. Con questo spirito e queste motivazioni andremo a votare per il candidato sindaco del centrosinistra e invitiamo tutti a recarsi alle urne per operare una scelta realmente utile alla comunità reggina”.
Primi firmatari
Nuccio Barillà ambientalista e pubblicista
Vito Teti antropologo e scrittore
Domenico Minuto storico e studioso cultura calabrese
Mimmo Cersosimo docente universitario
Lidia Liotta ambientalista
Silvana Guarna insegnante
Angela Curatola avvocato
Tonino De Pace operatore culturale
Graziella Saffioti insegnante
Silvana Iannelli archeologa
Salvatore Orlando esperto politiche coesione e sviluppo locale
Domenico Mediati ricercatore universitario
Franco Costantino ingegnere
Matteo Enia antropologo
Graziella Barillà insegnante
Nicoletta Palladino ambientalista
Alessio Magro scrittore
Ornella De Stefano operatrice culturale
Michele Tarzia regista
Francesca Chirico scrittrice
Cetty Morabito ambientalista
Francesco Geraci avvocato
Maurizio Mallamaci impiegato
Nino Mallamaci scrittore
Domenica Minuto docente
Gaetano Tramontana regista teatrale