Milazzo, i sindacati del comparto igiene ambientale rivendicano maggior controllo da parte del Comune sulle ditte che operano il servizio di raccolta
È stato un incontro improntato sulla chiarezza e sulle regole da seguire per gestire nel modo migliore un servizio che suscita grandi aspettative nella cittadinanze (anche in relazione ai costi) ma che spesso registra criticità, quello tra il sindaco Pippo Midili e i sindacati del comparto di igiene ambientale.
Un confronto aperto, nel corso del quale il primo cittadino ha sottolineato la necessità di un radicale cambiamento rispetto al passato.
Prima del suo intervento hanno parlato i sindacalisti presenti (Pino, Vento, Barresi) i quali hanno rappresentato i problemi esistenti, i disagi dovuti ai continui cambi di ditte, la carenza di controlli da parte dell’ente committente (Comune) nei confronti di chi ha gestito i vari appalti, i problemi dei lavoratori costretti a lavorare in condizioni tutt’altro che accettabili. Da qui la richiesta di una maggiore presenza del Comune.
“Ognuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo con responsabilità e nell’interesse della collettività – ha detto il sindaco –. Noi non interverremo mai sui lavoratori, ma non possiamo non constatare che in questi anni ad un aumento spropositato del personale impiegato non è corrisposto un adeguato livello di pulizia della città. Anche in questi ultimi giorni abbiamo registrato dei problemi tant’è ho convocato, la prossima settimana, il responsabile della “Super Eco” per capire se le criticità potranno essere superate. Diversamente seguiremo altri percorsi”.
E a proposito degli appalti, Midili ha spiegato l’impossibilità di assegnare seppur in maniera provvisoria la gara settennale alle due ditte aggiudicatarie e al centro del contenzioso amministrativo: “Poiché ritengo che neppure a dicembre il Cga andrà a definire la questione – ha detto il primo cittadino – abbiamo dato incarico agli uffici di poter fare una gara a medio-lungo termine, sempre con riserva di legge, evitando gli appalti-spezzatino e soprattutto il ricorso alle ordinanze sindacali”.