Coronavirus Sicilia. Duro il viceministro Cancelleri, urtato dal commento dell’assessore regionale all’Istruzione che individua nel sistema dei trasporti l’elemento di maggior rischio contagio per gli studenti siciliani
“Il presidente della Regione Siciliana Musumeci, in anticipo sulle decisioni del governo nazionale, sceglie la via più semplice e per lui più conveniente – commenta il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Giancarlo Cancelleri –, didattica a distanza per il 100% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Contro il 75% adottato nel Dpcm dello scorso 24 ottobre dal governo Conte. In questo modo tutti gli studenti delle scuole superiori sono obbligati a stare a casa a scapito di tutte le famiglie che avranno difficoltà a gestire figli e lavoro.
Musumeci pensa che le scuole siano il problema, ma non è così. Non è la scuola il problema per il diffondersi del Covid-19 e i numeri parlano chiaro: a fronte di un indice del contagio nazionale di oltre il 13%, il ministero della Salute dichiara che nelle scuole quel dato è solo del 3%, quindi non sono le scuole il problema”.
“Chiudere le scuole adesso – continua Cancelleri – vuol dire dare un problema in più alle famiglie, allontanare i ragazzi da luoghi sicuri e di apprendimento e mandarli in giro a fare assembramenti. Questo è gravissimo se pensiamo a quanti mesi i ragazzi sono rimasti a casa e a tutti gli sforzi che il Governo ha fatto per far ripartire in sicurezza le lezioni.
Ma per comprendere fino in fondo lo stato confusionale in cui versa il governo siciliano del presidente Musumeci, bisogna ascoltare l’assessore regionale all’Istruzione Lagalla, che sostiene che il problema del diffondersi del virus non sono le scuole ma, piuttosto, come i ragazzi raggiungono le scuole! Dunque i trasporti”.
“Vorrei ricordare al presidente Musumeci – aggiunge il vice ministro – che il governo Conte ha già erogato 150 milioni di euro per permettere alle Regioni di potenziare il trasporto pubblico locale, mettendo al lavoro le aziende di bus turistici, e altri 150 mln saranno assegnati ed erogati la prossima settimana in sede di conferenza Stato Regioni. 300 mln in totale, di questi più di 14 mln sono destinati alla Sicilia, e Musumeci, guarda caso, è tra quei presidenti di Regione che non hanno ancora risposto all’interpello del Ministero delle Infrastrutture, riguardo alle spese di questi fondi effettuate dalla Sicilia per il trasporto pubblico.
Abbiamo da un lato tantissime aziende di bus turistici ferme con i loro operatori in cassa integrazione e dall’altro migliaia di cittadini che rimangono a terra per via del distanziamento imposto a bordo dei mezzi e della carenza degli stessi e Musumeci che fa? Lascia i soldi nei cassetti, non li mette a disposizione per risolvere i problemi e chiude al 100% le scuole secondarie di secondo grado. Tutto questo mi dispiace dirlo, ma è da irresponsabili. Perché invece di chiudere le scuole Musumeci non ha potenziato per tempo il trasporto pubblico con i soldi che gli ha messo a disposizione il governo nazionale?”
“Presidente Musumeci – conclude il vice ministro – governare una regione vuol dire lavorare e prendere decisioni di buon senso, con competenza e soprattutto organizzando e spendendo bene i soldi. Anziché mandare al suicidio politico il suo assessore alla salute Razza e fargli millantare decisioni concordate con il governo di Roma, poi puntualmente smentite direttamente dal ministro Azzolina, pensi piuttosto a organizzare i suoi uffici in modo da spendere bene e in fretta le risorse disponibili per la Sicilia e dia un suo reale e fattivo contributo per far fronte ai disagi causati dalla pandemia e scongiurare un nuovo lockdown”.