Calabria “zona gialla”, il consiglio regionale vota: “intervenga subito Mattarella altrimenti la proclamiamo noi, non firmi il decreto che proroga il commissariamento”. Maggioranza e minoranza dopo ore di discussione non trova una sintesi
Si è concluso il consiglio regionale a Palazzo Campanella a Reggio con un unico punto all’ordine del giorno: “Calabria zona gialla” Dopo il minuto di silenzio per ricordare Jole Santelli, la discussione è stata aspra e dura con parole al vetriolo contro il premier Conte, l’ormai ex commissario Cotticelli ed il Ministro Speranza. Alla fine della discussione sono stati messi ai voti due mozioni (non è stato possibile trovare una sintesi per un documento unitario): una dell’opposizione e l’altra della maggioranza. Ad illustrare la prima è il consigliere regionale Carlo Guccione: “chiediamo al Governo di mettere in atto interventi chiari affinchè la Calabria esca dalla zona rossa in una settimana”. Baldo Esposito, invece, ha presentato la mozione di maggioranza: “la scelta della zona rossa è un atto politico ostile contro la nostra regione che non ha un fondamento scientifico e che sta uccidendo la nostra già precaria economia. Chiediamo che venga istituita la zona gialla in tempi brevi, altrimenti faremo noi un’ordinanza apposita. Chiediamo, altresì, al Presidente Mattarella di non firmare il Decreto Calabria”. La mozione di maggioranza passa con 20 voti favorevoli, mentre quella della minoranza viene respinta con 7 voti a favore.
Di seguito il testo integrale della mozione approvata dal Consiglio Regionale della Calabria a conclusione della seduta odierna:
Premesso che
– il DPCM del 3 novembre 2020 e l’ordinanza del Ministro della Salute n. 24 del 19-25 ottobre – contengono le nuove misure per il contrasto e il contenimento dell’emergenza da Covid-19 – hanno individuato tre aree corrispondenti ad altrettanti livelli di criticità delle Regioni;
– che la Regione Calabria è stata inserita nella cosiddetta Zona Rossa, a più alta criticità, che impone pesanti restrizioni alle libertà individuali e alle attività economiche, attraverso un lockdown pressoché totale;
– che in seguito al DPCM del 3 novembre 2020 in Calabria è vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute; vietati gli spostamenti da una Regione all’altra e da un Comune all’altro;
– che il DPCM del 3 novembre 2020 dispone la chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7, consentendo solo l’asporto e la consegna a domicilio, nonché la chiusura dei negozi e dei centri estetici;
– che le restrizioni riguardano anche tutte le competizioni sportive, con la chiusura di musei, mostre, teatri, cinema e palestre;
che viene disposta la Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le università.
Considerato che
– l’inclusione della Calabria nella Zona Rossa, dettata da una discutibile lettura dei dati epidemiologici, costituisce un colpo mortale per l’economia regionale che era riuscita con sacrifici immani a resistere alla prima ondata del virus, attraverso il comportamento virtuoso dei suoi cittadini e all’abnegazione degli operatori economici;
– che la decisione del Governo appare, alla luce di tutti i dati ufficiali a disposizione della Regione Calabria, incomprensibile e senza senso, soprattutto se confrontata all’assegnazione nella Zona Gialla di Regioni, anche meridionali, che hanno superato ogni livello di guardia;
– che l’improvvida decisione del Governo ha scatenato una comprensibile rabbia sociale nella Regione, sfociata in manifestazioni di protesta su tutto il territorio regionale che potrebbero nei giorni moltiplicarsi con gravi effetti anche sulla situazione dell’ordine pubblico;
Considerato, inoltre, che
– la parzialità della lettura, da parte del Governo, dei dati epidemiologici riferiti alla Calabria che ad oggi continua a registrare i migliori rapporti nel Meridione e in Italia tra la diffusione del virus e il numero degli abitanti;
– che i seguenti ultimi report settimanali del Ministero della Salute, n. 22 (relativo alla settimana 5-11 ottobre 2020), n. 23 (relativo alla settimana del 12-18 ottobre), n. 24 8relativo alla settimana del 19-25 ottobre), indicano valori dell’indicatore Rt pari a 0,94, 1,29, 1,66. Tali non integrano le condizioni dello Scenario 4 (corrispondente alla Zona Rossa) previsto dal documento ufficiale del Ministero della Salute: “Prevenzione e risposta al Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”, giuridicamente applicabile alla situazione in corso;
– che in Calabria la situazione epidemiologica aggiornata al 6 novembre 2020 è la seguente:
– che il totale dei casi Covid nella nostra regione 6714 di cui 4456 casi attivi e 2258 casi chiusi (guariti + morti).
Dei 4456 casi attivi 15 pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva, 212 pazienti sono ricoverati nei reparti, 4229 pazienti sono in isolamento domiciliare, 1974 sono i pazienti guariti e 132 sono i pazienti morti.
– che i casi sono cosi ripartiti per Provincia:
- Reggio Calabria casi totali 2589 di cui 1819 casi attivi e 770 casi chiusi. Attualmente la provincia di Reggio Calabria conta 29 morti, 62 ricoverati in reparto, 6 in terapia intensiva, 1751 in isolamento domiciliare e 741 guariti.
- Cosenza casi totali 2058 di cui 1379 casi attivi e 693 casi chiusi. Attualmente la provincia di Cosenza conta 49 morti, 78 ricoverati in reparto, 4 in terapia intensiva, 1297 in isolamento domiciliare e 630 guariti.
- Catanzaro casi totali 1051 di cui 693 casi attivi e 358 casi chiusi. Attualmente la provincia di Catanzaro conta 40 morti, 52 ricoverati in reparto, 5 in terapia intensiva, 636 in isolamento domiciliare e 329 guariti.
- Crotone casi totali 383 di cui 222 casi attivi e 161 casi chiusi. Attualmente la provincia di Crotone conta 6 morti, 15 ricoverati in reparto, 0 in terapia intensiva, 207 in isolamento domiciliare e 155 guariti.
- Vibo Valentia casi totali 227 di cui 101 casi attivi e 126 casi chiusi. Attualmente la provincia di Vibo Valentia conta 7 morti, 5 ricoverati in reparto, 0 in terapia intensiva, 96 in isolamento domiciliare e 119 guariti.
Il totale dei casi provenienti da fuori Regione e dall’Estero è di 396 casi: 1 morto, 267 in isolamento domiciliare e 128 guariti;
In particolare:
– che nel rapporto “attualmente positivi”/popolazione, in Calabria si registra 1 caso ogni 534 abitanti contro 1/316 della Basilicata, 1/297 di Sicilia e Puglia, 1/114 della Campania.
– che nel rapporto “casi totali”/popolazione in Calabria si registra 1 caso ogni 333 abitanti contro 1/219 della Basilicata, 1/200 della Sicilia, 1/191 della Puglia, 1/88 della Campania.
– che nel rapporto “tamponi/casi positivi” in Calabria si registra 1 caso ogni 48 tamponi eseguiti contro 1/42 della Basilicata, 1/28 di Sicilia e Puglia, 1/15 della Campania.
– che il tasso di guarigione della Calabria “guariti/casi totali” è del 35,4% contro il 32% della Puglia, il 30% della Sicilia, il 28% della Basilicata, il 21,3% della Campania;
– che il tasso di mortalità “deceduti/popolazione” in Calabria è del 2,07%, migliore di Sicilia (2,2%), Basilicata (2,10%), Puglia (3,57%) e certamente molto al di sotto della media nazionale (4,87%).
– che l’utilizzazione parziale e strumentale dei dati riferiti alla cosiddetta “resilienza del sistema sanitario” che sarebbe risultato elemento decisivo per l’inserimento della Zona Rossa.
Considerato, altresì, che
– le gravissime inadempienze del Governo Nazionale che da oltre 10 anni mantiene l’assoluto controllo e la gestione diretta di tutte le risorse economiche del Sistema sanitario Regionale, svuotando la Regione di ogni competenza o ruolo;
– che le politiche dei Commissari Governativi che si sono succeduti fino ad oggi e che hanno perseguito solo logiche di tagli orizzontali, diminuendo drasticamente il numero di medici, infermieri, OSS in tutti gli ospedali calabresi, con la contestuale chiusura di reparti e servizi sul territorio;
– che l’inerzia degli attuali Commissari hanno avuto sulle risorse per l’emergenza Covid-19 (si pensi ai 115.059.171,54 di euro assegnati con: D.L. n. 14/2020 pari a 21.104.026,00; D.L. n. 18/2020 pari a 23.981.850,00; D.L. n. 34/2020 pari a 54.715.667,00; D.L. n. 104/2020 pari a 15.257.628,54), milioni di euro destinati alla Calabria senza riuscire ad alzare il numero dei posti di “terapia intensiva” e ad aumentare la potenzialità di esecuzione dei tamponi;
– che la “testarda” decisione del Governo nazionale di continuare nel regime commissariale, mantenendo in capo a sé ogni funzione gestionale, programmatica, organizzativa per i prossimi tre anni, colpendo duramente l’autonomia della Regione Calabria che si vede definitivamente privata di una competenza fissata nella Costituzione.
Tanto premesso e considerato
si chiede, al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di intervenire con immediatezza presso il Sig. Presidente della Repubblica on. Sergio Mattarella, al fine di non promulgare il Decreto Calabria.
Altresì
si chiede al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di porre in essere ogni iniziativa utile, necessaria e significativa rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute, anche e soprattutto allo scopo di evitare l’aggravarsi di conflitti sociali nella Regione, finalizzata a rivedere, con estrema urgenza, la decisione di collocare la Calabria Zona Rossa attraverso una nuova e più serena lettura dei dati epidemiologici da cui possa scaturire l’inserimento tra le Regioni a Zona Gialla. In caso contrario il Consiglio regionale invita il Presidente FF della Giunta regionale di valutare l’opportunità di determinarsi con una propria ordinanza straordinaria che, in deroga all’ordinanza del Ministro della Salute del 4 Novembre, “Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”, disponga l’applicazione alla Regione Calabria delle condizioni previste dall’art. 1 del DPCM del 3 novembre 2020, e non di quelle previste dall’art. 3 del DPCM, fermo restando eventuali restrizioni di tipo locale, disposte a seguito dell’evolversi della emergenza epidemiologica in atto”.