La stilista Cori Amenta insultata dagli addetti alla sicurezza dell’aeroporto Fontanarossa di Catania perchè trans: la denuncia social
“Veni, veni ca ci su calamari“. Una frase che all’apparenza potrebbe non risultare volgare, specialmente a chi non è siciliano, ma che nasconde un’insulto omofobico. Se l’è sentita rivolgere, con tono di scherno, la stilista trans Cori Amenta mentre era in fila ai controlli all’aeroporto Fontanarossa di Catania. Ancor più grave il fatto che l’influencer, per altro di origini siciliane e che dunque ha ben compreso il senso della frase, sia stata apostrofata così da un addetto alla sicurezza che doveva perquisirla.
L’Arcigay Catania, in una nota del presidente Armando Caravini, ha preso le difese della trans originaria di Noto: “all’indomani della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne non sentivamo il bisogno di ricevere la conferma di quanto la transmisoginia sia ancora diffusa. Alla Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania-Fontanarossa, chiediamo l’immediata condanna del gesto e offriamo il supporto della nostra associazione affinché i dipendenti siano informati e sensibilizzati. Episodi del genere non devono più accadere. È francamente inaccettabile che un aeroporto internazionale non sappia come trattare i passeggeri lgbt+. È nostra intenzione chiedere un incontro con i vertici Sac per verificare e condannare l’accaduto“.
La società che gestisce Fontanarossa ha risposto con un comunicato nel quale spiega “di aver immediatamente avviato un’indagine interna per verificare quanto accaduto e ricostruire l’eventuale catena di responsabilità. È in corso la visione delle immagini della videosorveglianza e di tutto quanto possa tornare utile per chiarire la vicenda. Cogliamo l’occasione per ribadire che la società di gestione dell’Aeroporto di Catania ripudia ogni forma di discriminazione, razzismo, omofobia e transfobia“.