Elezioni USA 2020 – Trump in svantaggio in Georgia, così può arrivare solo a 269 elettori: cosa succede in caso di pareggio?

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Elezioni USA 2020, cosa succede in caso di pareggio? Se Donald Trump dovesse perdere la Georgia non potrebbe ottenere la maggioranza di grandi elettori

Elezioni USA 2020: cosa succede in caso di pareggio? – Il voto per posta sta letteralmente cambiando il volto delle elezioni USA 2020. Se durante l’election night Donald Trump sembrava avere un buon vantaggio in diversi stati ancora in bilico, con il passare delle ore (e dei giorni!) il lento spoglio delle schede arrivate per corrispondenza, anche dopo la chiusura dei seggi (come da norma negli USA) ha ribaltato la situazione. Joe Biden ha conquistato Wisconsin e Michigan, è in vantaggio in Arizona e in Nevada, contende la Pennsylvania (nella quale è ancora avanti Trump) e soprattutto ha effettuato un sorpasso importante nella Georgia (circa 1000 voti in più).

Elezioni USA 2020: cosa succede in caso di pareggio? – Se negli altri stati infatti Trump aveva preventivato una possibile sconfitta, in Georgia, stato nel quale è stato in vantaggio fin dalle prime ore, la debacle di Trump non era prevista. Perdere lo Stato Sud-Orientale vorrebbe dire per Trump non riuscire ad ottenere la maggioranza di grandi elettori (270) che gli consentirebbe di diventare presidente: nell’ormai remota possibilità che riesca a vincere in tutti gli Staiti in bilico infatti, il Tycoon otterrebbe 269 grandi elettori, gli stessi di Joe Biden, dando vita ad una clamorosa situazione di pareggio. In questo la decisione passerebbe alla Camera dei rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti.

Elezioni USA 2020: cosa succede in caso di pareggio? – La delegazione di ciascuno stato alla Camera è chiamata ad esprimere un solo voto: nel caso in cui non riesca ad ottenere una maggioranza al suo interno il voto non verrà conteggiato. Vincerà il candidato che otterrà la maggioranza fra i voti dei singoli stati, ovvero almeno 26 preferenze. Nella storia delle presidenziali USA la Camera è stata chiamata ad elegger il presidente in 2 occasioni: nel 1800 quando Thomas Jefferson e Aaron Burr ottennero 73 voti a testa e Jefferson trionfò al 36° ballottaggio; nel 1824 quando nessuno dei candidati ottenne la maggioranza ed Andrew Jackson (che aveva ottenuto più voti elettorali, 99) si impose successivamente al primo ballottaggio.

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