Fuori montano le tende, ma dentro gli Ospedali sono vuoti: il paradosso della Calabria, viaggio nel nosocomio di Polistena [VIDEO]

StrettoWeb

Il paradosso della Calabria: mentre fuori montano le tende, gli ospedali sono vuoti. Le immagini dal nosocomio di Polistena

Mentre in Calabria sono arrivati da un lato i militari dell’esercito per montare ospedali da campo, dall’altro Emergency sempre per altri ospedali da campo, gli Ospedali della Regione sono vuoti: i pazienti Covid sono concentrati nei tre grandi hub (secondo l’ultimo bollettino fornito ieri dalla Regione ne abbiamo 132 all’Annunziata di Cosenza, 107 al GOM di Reggio, 98 al Pugliese Ciaccio di Catanzaro) mentre altri già clinicamente guariti ma ancora positivi al tampone stanno svolgendo l’ultimo periodo di ricovero in strutture periferiche (15 a Gioia Tauro, 10 a Cetraro, 3 a Rossano). Parliamo quindi complessivamente di 365 ricoverati in una Regione che ha 2 milioni di abitanti: è il numero più basso d’Italia, in proporzione ai residenti. Nessuna Regione ha così pochi ricoverati con Covid-19, eppure in Calabria si fanno gli ospedali da campo. A montare le tende in un contesto da guerra ci sono i militari dell’esercito e i volontari dell’ONG di Gino Strada, come a dover curare i feriti di schieramenti contrapposti. Ma i calabresi non sono in guerra e preferirebbero essere curati dai loro medici e infermieri, che potrebbero farlo visto che gli Ospedali sono vuoti.

La scorsa settimana in un’intervista a StrettoWeb, il primario di Cardiologia a Polistena dott. Enzo Amodeo denunciava proprio questo paradosso, spiegando che il suo ospedale è vuoto, mettendolo così a disposizione dei pazienti positivi al Covid. Qualcuno ha espresso dubbi in merito, e allora ecco le immagini che documentano come l’Ospedale di Polistena sia davvero vuoto:

Coronavirus in Calabria, le immagini dell’Ospedale di Polistena: reparti vuoti mentre fuori montano le tende! [VIDEO]

Perchè, quindi, costruire ospedali da campo quando potremmo utilizzare quelli esistenti? Il Covid-19 è certamente una brutta bestia, ma alla luce di questi fatti viene il dubbio che intorno a un’emergenza sanitaria non si stia facendo un’enorme speculazione economica. Ancora una volta, sulla pelle dei calabresi.

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