Ogni giorno i dubbi crescono e l’inchiesta della Procura si arricchisce di indizi e prove
“Elezioni falsate? Se hanno votato anche i morti…”, è questo il titolo shock pubblicato sull’edizione odierna della Gazzetta del Sud. Nell’articolo del giornalista Piero Gaeta viene posta una grande questione che potrebbe far tremare Palazzo San Giorgio. “Le urne delle ultime elezioni comunali sono scrigni pieni di voti e di sorprese. Più gli inquirenti scavano e più notizie (di reato) scoprono”, si legge ancora. Al momento dal sesto piano del Cedir non trapela alcuna informazione, ma si sta lavorando in maniera accurate e veloce per dare una risposta alla cittadinanza che oggi pretende delle risposte. “Non solo anziani che, a loro insaputa, avrebbero esercitato il loro diritto-dovere di voto (sarebbe interessante scoprire anche per chi hanno votato…), ma nelle urne del primo turno elettorale sarebbe stato scoperto anche qualche voto proveniente dall’Aldilà… cioè voti di defunti che non sarebbero stati cancellati in tempo dalle liste elettorali e che qualche solerte presidente di seggio avrebbe compiuto il miracolo di riportarli in vita per fare votare anche loro”, si riporta.
Ogni giorno i dubbi crescono e l’inchiesta della Procura si arricchisse di indizi e prove, ancora però è presto per tirare le somme. “Sembrerebbe pure che numerosi voti in qualche sezione siano stati espressi dalla stessa manina… ne viene fuori uno scenario
inquietante che getta pesanti ombre di sospetto così lunghe che tolgono qualsiasi credibilità al nuovo Consiglio comunale”, scrive ancora Gaeta. “Finora questi sospetti si agitano come fantasmi svolazzanti sul palcoscenico della piccola politica di casa nostra e tuttavia anche il solo sospetto è inaccettabile per chi crede nella democrazia e nei valori della Costituzione. Tutto il resta passa necessariamente in secondo piano e prima dei numeri del Bilancio, ai reggini interessa che il Consiglio abbia i numeri giusti dei consiglieri regolarmente eletti. È una questione di civiltà”, conclude l’articolo.