Reggio Calabria: Raffaele Michele Rocco Piria nacque a Scilla il 20 agosto 1814, secondogenito di Luigi Piria, proprietario terriero e commerciante d’olio, e di Angela Tortiglioni
Raffaele Michele Rocco Piria (nella foto) nacque a Scilla il 20 agosto 1814, secondogenito di Luigi Piria, proprietario terriero e commerciante d’olio, e di Angela Tortiglioni. I tre nomi furono posti in onore ai parenti più intimi, i primi due nomi erano degli zii consanguinei mentre il terzo del suo patrino, Rocco Minasi. Lo zio Raffaele nel 1825 aprì un negozio di olio a Palmi riscuotendo notevole successo e non avendo figli, si prese cura sia dell’educazione del giovane Raffaele che del fratello Giuseppe, dopo la morte prematura del padre. Successivamente lo zio lasciò in eredità al fratello Giuseppe, il negozio di olio. Affrontò gli studi liceali presso il prestigioso Real Collegio (l’attuale Tommaso Campanella) di Reggio Calabria, iniziando i primi studi letterari e scientifici, pur avendo una certa inclinazione al disegno e alla pittura e ottenendo la maturità alla tenera età di 15 anni. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1834 presso la Regia Università degli Studi di Napoli, tralasciò la pratica medica perché la sua passione fu sempre lo studio della chimica. Nel 1836 si trasferì a Parigi e qui ebbe l’opportunità di venire in contatto con le più importanti personalità del campo chimico del suo tempo, tra i quali, primo fra tutti, Jean Baptiste Dumas, che lo accolse nel suo laboratorio e, riconosciute le sue spiccate doti intuitive, ne fece un fidato collaboratore. Nel laboratorio di Dumas, Raffaele Piria realizzò importanti ricerche sulla “salicina” e fu proprio lui ad assegnare l’attuale nome all’acido “acetilsalicilico”(nella foto). Presso questo laboratorio Piria iniziò i suoi primi esperimenti nel 1838, coinvolgendo anche i suoi allievi. Studiando le scoperte di Leroux e grazie ad un accurato, quanto paziente metodo di ricerca sperimentale, riuscì a ottenere l’idruro di salicile, una sostanza dalle caratteristiche simili a un olio essenziale. Nel 1839 tornò a Napoli e insieme al fisico Macedonio Melloni pubblicò “L’Antologia di Scienze Naturali” e “Elementi di Chimica Inorganica”, che dedicò per riconoscenza al Dumas. Nel 1841 Piria scrisse un importante “Trattato elementare di chimica organica” che riscosse molto successo. Ben presto il chimico scillese acquistò la meritata fama e nel 1842 fu invitato dal governo del Granducato di Toscana ad insegnare Chimica Inorganica all’Università di Pisa prima, cattedra resa libera per la morte prematura del professore Bianchi e poi insegnò all’Università di Firenze. Insieme a Carlo Matteucci nel 1844 fondò la rivista “Il Cimento” che nel poi divenne nel 1855, “Il Nuovo Cimento”. Nel 1847 sempre al fianco al fisico Carlo Matteucci e il geologo Leopoldo Pilla partecipò ai movimenti patriottici convincendo i suoi studenti ad arruolarsi per combattere contro gli austriaci. A Pisa prese parte alle prime azioni che fecero da preludio alla prima guerra d’indipendenza, lasciando però il campo di battaglia prima che iniziassero gli scontri.
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Enrico Pescatore