Sanità in Calabria, i risultati ufficiali del bilancio 2010-2013 in merito al Servizio Sanitario Regionale confermano le parole di Porro su Scopelliti: “ha ridotto i debiti più di quanto abbiano fatto i commissari inviati dal Governo”
“Il debito della sanità in Calabria lo ha ridotto più Scopelliti che altri commissari”, ha detto ieri sera in diretta TV il noto giornalista Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica. E’ chiaro ovviamente il riferimento agli ultimi fatti accaduti in Calabria, dove i vari casi Cotticelli e Zuccatelli sono finiti sotto i riflettori dei media nazionali e hanno evidenziato la totale inadeguatezza dei commissari scelti dallo Stato per risollevare le sorti della sanità regionale. Il “vaso di Pandora” non viene di certo scoperchiato oggi, spesso negli anni abbiamo raccontato delle criticità delle strutture ospedaliere locali ma, in un momento di emergenza per la diffusione del Coronavirus, la questione ha assunto una grande rilevanza. Tra ex generali di Carabinieri in stato confusionale, denunce di una “combine” tra massoneria e ‘ndrangheta, Cotticelli non è riuscito a tirarsi fuori dallo scandalo, anzi ha attirato ancor di più l’attenzione della stampa italiana, che oggi vuole accertarsi di quanto accaduto realmente.
Per analizzare le parole del conduttore di “Quarta Repubblica”, è stato necessario andare a consultare dei dati ufficiali pubblicati nell’aprile 2014 dalla Regione Calabria, relativi ai risultati del bilancio 2010-2013 del Servizio Sanitario territoriale. Si tratta nello specifico proprio del primo periodo di commissariamento, quando il Governo italiano aveva affidato la questione all’allora Presidente di Regione Giuseppe Scopelliti. Come si evince dal grafico, “dall’inizio del piano di rientro (2010) la Regione Calabria ha ridotto la perdita annua di esercizio di € 232,4 mln, pari ad una riduzione percentuale di circa 88%”. Il PreConsuntivo del risultato economico per l’anno 2013 si attesta a infatti a circa €-31 mln. “I risultati raggiunti – si legge ancora nel documento – sono il frutto della riduzione degli sprechi, del processo di razionalizzazione della spesa e progressiva riorganizzazione della macchina sanitaria regionale. Il processo avviato si concluderà nel 2015 con l’obiettivo di portare la Regione al pareggio economico”.
Questi dati, oltre a confermare le parole del giornalista Porro, mettono in evidenza il fatto che il Presidente Giuseppe Scopelliti è l’unico sino ad oggi ad riuscito nell’obiettivo di abbassare, se non praticamente azzerare, il debito della sanità calabrese. Sempre consultando il documento sul Servizio Sanitario Regionale, “nel 2013 grazie ai buoni risultati ottenuti in termini di riduzione del disavanzo la Regione non solo ha raggiunto l’equilibrio finanziario, ma ha creato per la prima volta, le condizioni per eliminare le super aliquote fiscali a carico dei cittadini calabresi pari a circa €52 mln”. E poi “oltre alla riduzione della pressione fiscale, per l’anno 2014, dopo la copertura del disavanzo cumulato al 31 dicembre 2013, si sono realizzate le condizioni per liberare le risorse, pari a circa 43 Mln/€, da destinare ad altri settori strategici per la Regione Calabria”. Inoltre i risultati mostrano come siano migliorati i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): nel 2012 la Regione ha ricevuto un punteggio di 132, appena fuori dall’area critica, ma con un incremento di 44 punti (+33%) rispetto il 2009.
Le dichiarazioni di Porro hanno sicuramente lasciato il segno e generato la reazione di Demetrio Arena. L’ex Sindaco di Reggio Calabria infatti aveva già rilasciato ai nostri microfoni un’intervista in cui spiegava perfettamente questa situazione. E così ha commentato ieri sera su facebook: “Temo, purtroppo, che rischiamo di perdere la grande occasione di sfruttare l’attenzione mediatica sulla sanità Calabrese che abbiamo subito. Mi riservo di argomentare in seguito. Stasera Porro ha detto quello che mi è capitato di spiegare un anno fa e, recentemente, in una dichiarazione pubblica. La Calabria è stata commissariata nell’agosto 2010 ed è stato nominato commissario l’allora Presidente della Regione Scopelliti. Il deficit all’epoca era di 260 milioni. Il tavolo Governativo (Massicci) ha imposto alla Regione un rientro lacrime e sangue che ha determinato la chiusura di ospedali, il drastico taglio dei servizi con il conseguente abbassamento del Livello Essenziale di Assistenza. Bene nel 2014 a fine legislatura il deficit è sceso a soli €30 mln col conseguente sblocco delle assunzioni e di ingenti risorse. Da allora si sono succeduti solo commissari Governativi che hanno aumentato il deficit portandolo agli attuali €216 mln”.
“Ieri sera, dopo avere ascoltato queste parole di Nicola Porro, ho avuto modo di leggere un dato fornito da Demetrio Arena, prima vittima illustre di una legge iniqua utilizzata dalla sinistra per sospendere la Democrazia ed appropriarsene: Scopelliti in quattro anni, dal 2010 al 2014, era riuscito a ridurre il deficit sanitario a soli € 30mln, sbloccando le nuove assunzioni e l’impiego di rilevanti risorse”, ha scritto Oreste Romeo. L’avvocato reggino ha pubblicato un lungo messaggio: “Non è mia intenzione indulgere alla retorica dietrologia di squallidi personaggi come Cotticelli, ma è noto a tutti cosa sia successo a Reggio Calabria al mio amico Giuseppe Scopelliti. E dico con chiarezza che la storia non si è fermata e non è giusto che si fermi all’ipocrita sigillo impresso sulla sua vicenda dalla Cassazione il 4 aprile 2018. Infatti, nella dirimpettaia città di Messina, appena una settimana fa, si è concluso il processo d’appello sui bilanci comunali, che, secondo la Procura peloritana, tra il 2009 e il 2012 sarebbero stati “falsificati” per evitare il dissesto economico del Comune. ASSOLTI TUTTI CON FORMULA PIENA! Il collegio messinese di appello ha ribaltato totalmente il verdetto del primo grado, andando anche oltre le richieste dell’accusa che in appello aveva anch’essa invocato la riforma della prima sentenza alla luce di un consolidato orientamento della Cassazione ancorato alla divisione netta che la legge opera tra responsabilità penale dei funzionari tecnici e degli amministratori politici. A Reggio, sul punto in esame, rammento che più di uno sciacallo armato di penna intrisa di odio e ignorante follia sbraitava contro Scopelliti, “reo” di non essersi fatto scrupolo di scaricare responsabilità sulla dirigente di settore, peraltro morta suicida dopo avere convocato poche ore prima una conferenza stampa assai significativa, ma inspiegabilmente ignorata. Cadute, quindi, le ipotesi di reato di falso ideologico e abuso d’ufficio contestate agli amministratori messinesi! Adesso che tutto è stato “cancellato” a Messina dai giudici d’appello con l’assoluzione piena, a Reggio resta una macchia ancora più abnorme, e va detto che il presidente del collegio messinese di secondo grado si era occupato della vicenda di Scopelliti quale pubblico ministero. Anche il rappresentante dell’accusa messinese nel processo di appello avrà tratto insegnamento dalla vicenda Scopelliti, dopo avere composto il collegio che ha giudicato il sindaco in grado di appello a Reggio Calabria. È tempo in cui è bene guardare il bicchiere mezzo pieno. È tempo in cui due magistrati, con grande umiltà, hanno implicitamente ammesso l’abbaglio preso sul Sindaco di Reggio. Evviva l’Italia!”.
Insomma, i dati ufficiali della Regione Calabria e le testimonianze di Arena e Romeo confermano le parole di Nicola Porro. E’ questa l’ennesima dimostrazione che, a prescindere dall’attività virtuosa portata avanti da Scopelliti quando era Governatore, appare evidente che se la gestione della sanità è in mano ai territori, si ottengono risultati migliori rispetto ai commissariamenti governativi. Questo probabilmente perché è più stretto il legame degli amministratori con i cittadini, c’è maggiore conoscenza delle problematiche, ma c’è anche la responsabilità di chi ci mette la faccia in prima persona per la propria gente ed è chiamata a far bene. Tutto al contrario invece di quanto hanno potuto fare ad oggi quei burocrati avulsi dal contesto calabrese mandati dal Governo centrale e provenienti da chissà quale parte d’Italia, privi di conoscenza del territorio e delle sue problematiche e probabilmente anche delle stesse motivazioni di un autoctono nel raggiungere gli obiettivi prefissati.
Con l’arrivo del commissario Eugenio Gaudio, che è appunto calabrese di Cosenza, possono dunque aprirsi nuovi positivi scenari, una speranza per i calabresi che sperano di riavere la propria dignità e possano vedersi garantito il diritto alla salute come avviene esattamente per tutti i cittadini italiani. E sono ormai consapevoli di poterlo fare soltanto se sono loro stessi ad avere in mano il loro destino.