Sanità in Calabria, Falcomatà: “Il nuovo commissario lavorerà con i sindaci, la soluzione arriverà a breve”

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Sanità in Calabria, Falcomatà: “La soluzione arriverà a breve, ma ho avuto l’impressione che il governo stia riflettendo con attenzione sul da farsi”

Conte ci ha assicurato che darà alla gestione commissariale una prospettiva temporale ben delimitata. E già questo è un risultato”: è quanto ha dichiarato a Repubblica il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, all’indomani dell’incontro con il presidente del Consiglio sulle misure urgenti per affrontare la pandemia anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni territoriali.
In riferimento alla scelta del nuovo commissario alla sanità calabrese, ”non abbiamo parlato di nomi, ma di metodo. L’intenzione del governo sembra quella di agire in modo più condiviso e collegiale. Su proposta del premier si creerà una piattaforma, dove i sindaci avranno un’interlocuzione diretta e costante con il commissario. La soluzione arriverà a breve, ma ho avuto l’impressione che il governo stia riflettendo con attenzione sul da farsi. Da parte nostra, abbiamo indicato un profilo. Una persona di grande competenza, professionalità, capacità, onestà e passione per la Calabria”.
Falcomatà ha anche commentato l’arresto (domiciliari) del presidente del Consiglio regionale Tallini: ”Non conosco i dettagli, ma da quanto so la società di distribuzione farmaci finita al centro dell’inchiesta era operativa anche negli anni del commissariamento. Non mi sembra che lo abbia impedito. Ci sono anche due Aziende sanitarie provinciali in amministrazione controllata per mafia. Sono strumenti che hanno senso se ripristinano la legalità, non se diventano permanenti. La sanità impegna il 70-80% del bilancio di una Regione. Per alcuni è un business e al contempo è un settore estremamente sensibile, che tocca la sfera personale dei singoli. Per questo è anche utile per raccogliere consenso, politico o elettorale che sia“.
Propongo da tempo il superamento della regionalizzazione della sanità. La pandemia e le inchieste hanno dimostrato che la riforma del Titolo V non funziona. Sono state acuite le difficoltà di alcune Regioni, ma anche quelle di ‘eccellenza’ si sono trovate in difficoltà. La sanità deve essere pubblica e una, è un diritto costituzionale”.

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