Sergi (Ethos): “la sanità calabrese a chi la spara più grossa”

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Sergi (Ethos): “la sanità calabrese a chi la spara più grossa. Uno dei criteri della scelta deve essere la collegialità”

“Uno, due, tre: stella! Si giocava così tanti anni fa nei cortili e nelle strade di Reggio e tanti bambini e bambine d’allora penso lo ricordano ancora. Il nuovo commissario della sanità calabrese mi ricorda in modo farsesco quel gioco fatto di passi in avanti e di brusche frenate, di avanzate veloci e di ritorni al punto di partenza. E di punti di partenza, in questo gioco al massacro ne abbiamo visti già troppi, così come troppi e poco rispettosi della nostra condizione disperata, sono i commenti e i suggerimenti dei vari partiti e presunti rappresentanti del popolo“. E’ quanto scrive in una nota Giovanni Sergi di Ethos. “Una pioggia di nomi e di veti, “sparati” in rapida successione senza una logica o un ragionamento fondato, comunicati in ordine sparso e spesso contraddittori tra loro pensando non al nostro diritto costituzionale di essere curati in modo decente, ma solo alle prossime elezioni regionali. Pecunia non olet e nemmeno i voti hanno un odore, una provenienza, una motivazione se non quella di arraffare il potere, e quindi i tanti responsabili che per anni, anzi un decennio hanno fatto finta di niente oggi sono indignati. Anche noi, gente comune siamo indignati per la loro presenza atavica e per la loro negligenza cronica. Nel merito, ci permettiamo di “sparala” grossa anche noi cercando di proporre un metodo che potrebbe essere condiviso: per prima cosa crediamo che il requisito fondamentale per la scelta del commissario debba rispondere a criteri di collegialità, non solo un manager per la parte economica ma anche dei tecnici che sappiano come debbano funzionare ospedali, medicina di base e strutture di laboratorio e visto il ladrocinio di soldi pubblici non sarebbe male affiancare a queste due figure un esperto della guardia di finanza che possa controllare i bandi di gara. Dare pieni poteri alla triade per scegliere i commissari provinciali e una buona dote economica potrebbe poi bastare per portare avanti un buon lavoro. La sanità ai calabresi, non per forza prevede calabresi alla gestione della stessa ma esige trasparenza e coinvolgimento nelle e delle decisioni da adottare e necessità di una formazione attiva di una classe dirigente locale che tra qualche anno possa finalmente essere protagonista del nostro futuro”, conclude.

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