Calabria, Triolo: “la legge regionale calabrese sulla funeraria è da abrogare”

StrettoWeb

Calabria, Triolo: “la legge regionale calabrese sulla funeraria è da abrogare. Questo è un atto urgente ed inderogabile”

“Mi rivolgo al Presidente Nino Spirlì e a tutta la Giunta Regionale! I comuni che non hanno ricevuto i regolamenti attuativi non possono attuare una legge incompleta, poco chiara solo perché imprese funebri interessate fanno email e pressioni stanno commettendo un reato – e’ compito della regione attuare uniformemente la legge attraverso i canali istituzionali! Premetto, senza rancore, che non avendo ulteriori risultati che diano tranquillità alle imprese – tutte- farò a questo punto un esposto alla Procura della Repubblica chiamando in causa a testimoniare, quanto sto ora per scrivere, tutti i componenti Politici e non che hanno preso parte alla realizzazione di questa legge inutile, iniqua ed inutilizzabile che funesta di fatto le piccole imprese e – come abbiamo letto in alcuni articoli pochi giorni fa – addirittura mette a rischio la vita delle piccole imprese stesse e quindi si minaccia la chiusura di piccole ed oneste ditte che non ce la faranno ad avere tutti quei requisiti ad arte inseriti al solo fine di sbarazzarsi dei piccoli e che economicamente sono fragili. Addirittura con questa legge in calabria ci portiamo i morti a spasso senza controlli da parte della polizia mortuaria, le imprese stesse sono divenute controllori e controllate”. E’ quanto afferma in una nota Giuseppe Triolo.

“Infatti la legge consente – ma in assenza di regole attuative come vedremo nell’art. 17 della legge funeraria – di poter utilizzare quelle case funerarie – ovunque disseminate nel territorio – che nelle more dell’iter dell’approvazione della legge funeraria sono nate – e quindi potendo portare i morti aperti da un comune all’altro all’interno delle stesse case funerarie in tutta la regione anche non appena deceduti all’interno degli ospedali e similari! Alla faccia di belzebu’… Tutto questo e’ inammissibile ed e’ grave Non voglio accomunare questa legge alla ndrangheta, però mi viene da pensare che l’unica impresa che non ha problemi economici e proprio lei che una volta era rumorosa, tra bombe, incendi e danneggiamenti vari … forse oggi si è infiltrata nelle fila dei colletti bianchi e invece di usare bombe e pistole usa le leggi ??? Ovviamente è solo un cattivo pensiero che potrebbe passare a tutti per la mente e quindi magari … se una qualche Procura della Repubblica volesse controllare quanto ho scritto sarebbe una cosa buona a scanso da equivoci. Ma torniamo nel merito della Legge che nasce solo per favorire quelle imprese facoltose a scapito della popolazione (le Leggi regionali nascono in favor di popolo non di impresa .. qui è al contrario) che andrà a pagare uno scotto molto alto sul caro estinto … e a scapito di quei di impresari che non sono economicamente forti … La Giunta Regionale, infatti, che la approvò a fine legislatura – targata PD – e di corsa all’ultimo Consiglio Regionale utile dove – forse – non poteva nemmeno essere votata questa legge porcheria invece fu approvata in un lampo, ovviamente da parte mia a sostegno delle micro imprese ho tentato, quasi invano, a fare eliminare tutte quelle paroline nascoste all’interno del testo della Legge, testo che è stato totalmente copiato da un testo Nazionale giacente in Senato e fatto passare come frutto dell’intelligenza dei proponenti che si sono limitati, invece, a copiare, modificare in peggio e ad inserire una parolina e cioè un fondamentale NON all’articolo 8, comma 2 della legge regionale 29 novembre 2019, n. 48 che però per loro sfortuna è stato eliminato per tempo perché era talmente lampante come fosse una nota stonata che sembrava quasi un errore di trascrizione chiamato refuso, ma nonostante ciò non è bastato a scongiurare i pericoli per le micro imprese … Si perché dopo il 28 novembre 2019 si è tenuto un altro Consiglio regionale, era il 2 dicembre 2019, quando il Consigliere Giudiceandrea – probabilmente pressato da qualcuno capace vara in un batter d’occhio un’ennesima legge regionale sulla funeraria e cioè la 53/19 (http://www.consiglioregionale.calabria.it/DEL10/462.pdf), poi abrogata in seguito all’impugnativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che di fatto rimetteva il NON all’art. 8 comma 2 della legge 48. Quando vuole la Politica sa velocemente muoversi … e intanto …e subito dopo finì la legislatura e nessuno quindi emanò – entro i 60 giorni successivi – poi i regolamenti attuativi, tra cui per esempio I regolamenti attuativi per i requisiti delle autorimesse ( L.R. 48/19 ART.3 COMMA2). Ma non finisce mica qui.

La stessa Regione dichiara quasi il falso perché approva una legge dove scrivono all’art. 18: Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Mi viene da ridere e siamo al paradosso perché all’art. 9 comma 2 la Regione scrive a proposito dei corsi di formazione che si dovrebbero tenere ed è ovvio che questi dovranno essere comunque a carico della stessa Regione oppure dobbiamo andare a pagare per delle ore stabilite dalla regione che senso ha ?? E se non si tengono alla Regione dove li facciamo?? Come e quando ??? I regolamenti dove sono??? Tanto anche per chiarire anche un altro punto determinante… informo a tutte le imprese funebri che vogliono avere operai con la qualifica (inesistente) di che il Ministero del Lavoro (interpello N. 9/2014 http://sitiarcheologici.lavoro.gov.it/…/Documents/9-2014.pdf ) ha equiparato tali figure a quelle dei portantini impiegati dalle imprese…
quindi i corsi a pagamento che lasciano il tempo che trovano sono facoltativi cioè a discrezione dell’impresa funebre !
Potrei continuare a scrivere tante cose, ma mi auguro che il Presidente Nino Spirlì possa immediatamente e con urgenza inderogabile porre fine a questo massacro delle imprese. La Calabria non merita questo scempio“, conclude Triolo.

Condividi