Coronavirus a Reggio Calabria, didattica a distanza e scuola del futuro. A colloquio con Eva Nicolò dirigente dell’Istituto Comprensivo “Cassiodoro-Don Bosco” di Pellaro [INTERVISTA]

StrettoWeb

Coronavirus a Reggio Calabria, a pochi giorni dall’approvazione dell’ordinanza che ha riportato in classe migliaia di alunni delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado, siamo andati a trovare la Dottoressa Nicolò dirigente dell’Istituto Comprensivo Cassiodoro – Don Bosco di Pellaro

A pochi giorni dall’approvazione dell’ordinanza che ha riportato in classe migliaia di alunni delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado, siamo andati a trovare la Dottoressa Eva Nicolò dirigente dell’Istituto Comprensivo Cassiodoro – Don Bosco di Pellaro popoloso rione della periferia sud di Reggio Calabria, a cui abbiamo chiesto di voler tracciare con noi un bilancio di gestione dell’emergenza, dal lockdown dello scorso mese di marzo, alla lenta ripartenza.

Come ha vissuto questo frangente difficile per tutti e in particolar modo per la scuola e soprattutto come sono state affrontate nella sua scuola le tante problematiche legate all’emergenza?

Le do innanzitutto il benvenuto. Inizialmente non si era capita la portata di qualcosa che poi come è stato, ci avrebbe travolti. In ragione di questo, le prime settimane sono state vissute con un sentimento di speranza dettato dalla convinzione si trattasse di qualcosa di transitorio. Una volta realizzata, non senza difficoltà, la gravità della cosa, ma soprattutto la prospettiva in ordine temporale, abbiamo cercato fin da subito di organizzarci al meglio, sia dal punto di vista logistico sia sotto l’aspetto del rapporto con i ragazzi. Questo è stato possibile grazie all’impegno del personale scolastico tutto, ammirevole sotto il profilo dell’abnegazione in un frangente psicologicamente assai difficile per tutti. Una delle problematiche principali, è stata quella di calarsi in una nuova realtà che non aveva e non ha di fatto precedenti.

Parlando di didattica a distanza. Come valuta ad oggi questa esperienza e quanto ha inciso da un punto di vista organizzativo e dei risultati legati alla formazione degli alunni.

Il nodo della Dad ha rivestito e continua a rappresentare argomento di discussione e divisione a livello nazionale. Da noi nonostante le difficoltà comuni a quasi tutte le realtà scolastiche, si è riusciti a limitare al minimo i disagi, e questo anche grazie ad un confronto costante tra tutte le componenti della scuola e le famiglie che si sono dimostrate attente e puntuali nel recepire gli indirizzi e i suggerimenti che provengono di volta in volta dal personale docente. Complessivamente mi sento di guardare il bicchiere pieno per più di metà. Questa considerazione nasce da una presa d’atto. Sa da un lato è innegabile come la didattica a distanza non possa sostituire quella in presenza, è altrettanto vero che questo frangente emergenziale ci ha consentito di ridurre considerevolmente un enorme gap legato all’utilizzo delle modalità digitali funzionali alla didattica. Le assicuro che non si tratta di un tentativo di autoconvincimento, anzi tutt’altro, oggi possiamo dire di avere acquisito abilità e conoscenze che certamente hanno aperto orizzonti sino ad ora inesplorati, quantomeno per quel che riguarda il mondo della scuola per come la intendevamo.

Se dovesse definire una differenza tra la prima fase e questa seconda ondata?

Da un punto di vista personale, le posso dire che una volta presa coscienza della reale portata non è stato facile riannodare le fila del discorso e predisporsi mentalmente alla nuova realtà, anche se a dire il vero, superato l’impatto iniziale, l’idea di una situazione che andava consolidandosi pur in tutta la sua drammaticità, ha fatto si che potessi avare un approccio fattivo e concreto. Paradossalmente questa seconda fase è stata ancor più difficile perché, volendo utilizzare un termine medico ha assunto i connotati della recidiva, e sappiamo bene quanto le recidive siano pesanti negli affetti, specie in quelli psicologici. Tornare dopo la pausa estiva, partire con i migliori propositi dopo essersi impegnati in un estenuante lavoro di adeguamento al fine di consentire il regolare svolgimento delle lezioni in presenza per poi vedersi di nuovo costretti alla chiusura, è stata un’esperienza dura, sia per il personale scolastico che per i ragazzi.

Parlando proprio dei ragazzi. Come li ha trovati al rientro?

È una domanda a cui rispondo con gioia, perché è uno dei punti maggiormente significativi del periodo particolare che stiamo attraversando, ma soprattutto di quanto la realtà scolastica risulti importante per i ragazzi. Faccio riferimento a due momenti in particolare, entrambi all’insegna della speranza. Il primo è quello legato al rientro dalle vacanze estive, momento di grande emozione, quando guardando il volto sorridente di tutti i nostri alunni abbiamo avuto la conferma di quanto vi sia necessità di una didattica empatica e di presenza, ma anche di quanta importanza rivesta la realtà scolastica come punto di riferimento per famiglie e alunni. L’altro momento, è quello di qualche giorno fa, quando la nuova ordinanza ha riportato tra i banchi tutti i nostri alunni. Anche questo ulteriore momento ha testimoniato la gioia di ritrovarsi ognuno al proprio posto

Come vede la scuola oggi Eva Nicolò, a breve scadenza, in ragione dell’emergenza, ma anche e soprattutto in prospettiva futura.

Il rientro dei nostri ragazzi nelle aule, ci autorizza a un cauto ottimismo in vista del proseguimento dell’anno scolastico in corso, che siamo certi, pur con le difficoltà del caso, proseguirà al meglio. In prospettiva, le voglio rappresentare il mio pensiero con un’immagine bucolica ben augurante a cui mi piace ispirarmi da sempre. Nella mia personale visione della realtà scolastica, immagino gli alunni come tanti fiori cui quotidianamente dedichiamo le nostre cure, per far si che possano crescere regalandoci tutti i loro colori più belli. La scuola è luogo di crescita, e certamente non è retorico immaginare che il nostro lavoro possa e debba produrre nuove generazioni all’altezza. Cerchiamo di perseguire questo obiettivo ogni giorno con umiltà e convinzione, attraverso l’impegno dei nostri docenti e di tutto il nostro personale.

Gianfranco Marino

Condividi