La dottoressa Paladino fu psicologa, partigiana, poetessa e sindaco di Scilla nel 1952, ricordata per il piano Unrra, la galleria d’arte e per le scogliere di marina grande
Antonia Assunta Paladino (nella foto) nacque a Scilla il 1° Febbraio del 1920, da Rocco Paladino, imprenditore e commerciante di legname e da Adelaide Drommi, casalinga. Iniziò gli studi primari a Scilla, li proseguì a Messina e nel 1943 si laureò a Torino, all’Università di Medicina con 110 e lode e dignità di stampa. La Paladino in questo difficile periodo, in concomitanza con la Seconda Guerra Mondiale e lontana dalla propria famiglia, partecipò ad una rete clandestina per fornire documenti falsi ai cittadini italiani di religione ebraica e prese parte alla lotta dei giovani dell’Azione Cattolica di Torino per sostenere la lotta partigiana. In Piemonte rimase per alcuni anni, visto che, l’esercito degli Stati Uniti il 10 Luglio dello stesso anno sbarcò in Sicilia, e le comunicazioni con la Calabria vennero interrotte. Finita la guerra la dottoressa Paladino fece ritorno a Scilla, solo nel 1946, quando furono ripristinati i collegamenti verso il Sud Italia. Dal 1948 al 1950 fu aiuto medico all’Istituto diagnostico dell’Associazione per gli interessi del Mezzogiorno di Reggio Calabria e nel 1949 a Torino fu abilitata alla professione. Negli anni accademici 1950-51 e 1951-52 prestò servizio presso la Scuola di servizio sociale di Reggio Calabria come incaricata di Fisiologia. Nel 1952 ottenne la specializzazione in psicologia presso l’Università di Friburgo, in Svizzera. Dal 1953 al 1958 diresse il Centro Medico Psicopedagogico dell’Ente Morale del fanciullo. Fu iscritta al F.U.C.I., il movimento dei laureati cattolici, dove iniziò ad interessarsi dei problemi sociali post guerra, soprattutto nell’affrontare le varie problematiche delle donne in Calabria e promuovendo politiche di assistenza alle persone anziane. Nel 1950 la dottoressa Paladino fu incaricata dal Partito della Democrazia Cristina come delegata regionale, dove fu eletta nel movimento femminile nel consiglio nazionale, nel quale rimase per quasi 25 anni. Gli impegni e le lotte politiche di questi anni di rinascita nazionale furono premiati, quando nel Giugno del 1952, fu eletta sindaco del Comune di Scilla. La dottoressa Paladino, appena insediatasi, si adoperò per richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti una serie di finanziamenti per effettuare opere pubbliche a Scilla. Uno dei progetti più ambiziosi era la realizzazione di due scogliere, da sistemare davanti la battigia della “Spiaggia delle Sirene” di Marina Grande, come frangiflutti (nella foto). Quando nel 1953 iniziarono i lavori di messa in posizione della scogliera, da subito ebbero numerose critiche, soprattutto dei proprietari dei bastimenti che a quei tempi partivano dalla spiaggia di Scilla, per portare il carbone e varie merci a Messina. I padroncini delle imbarcazioni che erano dei veri e propri lupi di mare e conoscevano perfettamente l’ambiente in cui vivevano, svolgendo un lavoro tramandato da generazioni, criticarono immediatamente l’opera dell’amministrazione comunale, convinti che questo notevole sforzo sarebbe stato vano per contrastare la forza impetuosa del mare, in una zona quella tra “Scilla e Cariddi”, particolarmente difficile alle avversità climatiche. La situazione peggiorò in inverno, quando le scogliere crearono evidenti difficoltà alle manovre di rientro delle imbarcazioni, sia per le correnti e soprattutto quando il mare era agitato. Infatti gli scogli che fu solamente “appoggiati”, alle prime mareggiate non mantennero le loro posizioni di difesa e furono sparse lungo la spiaggia (nella foto).
Enrico Pescatore
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