Scopelliti e gli “scontri” con La Russa e Gasparri: “Quando mi fu detto che non avevo titolo ad intervenire”

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Nel suo libro “Io sono libero”, l’ex Sindaco e Governatore Giuseppe Scopelliti parla in maniera abbastanza dura di La Russa e Gasparri: aneddoti dei loro “scontri” politici e qualche “ramanzina”

In ogni carriera politica è normale doversi confrontare con ogni tipo di personalità: dall’amico vero al presunto, dal furbo al nemico. Un po’ come nella vita, insomma. Scopelliti, nel suo libro ‘Io sono libero‘ – pubblicato da Luigi Pellegrini editore, scritto dal giornalista Gianfranco Attanasio e in vendita da oggi, 10 dicembre – ha parlato di persone stimate e di avversari tosti. In un altro scorcio dello scritto, poi, si sofferma sulle figure di La Russa e Gasparri.

La prima volta in riferimento alla riunione dell’Ufficio di Presidenza convocata per la “cacciata” di Fini dal Pdl. “Incontro – spiega – al quale ero stato invitato a partecipare in quanto da poco eletto Governatore della Calabria. Al tavolo, oltre a Berlusconi, sedevano Ignazio La Russa e Denis Verdini. Contro Gianfranco ci fu un vero e proprio fuoco incrociato: da una parte gli ex di Forza Italia, dall’altra alcuni ex di Alleanza Nazionale, in particolare i famosi “colonnelli” che avevano sempre subìto la leadership di Fini. Che tristezza! Giorgia Meloni, invece, analizzando le cause delle profonde lacerazioni che si erano create tra Fini e Berlusconi, fece un intervento molto equilibrato. Poco dopo toccò a me. Avevo appena iniziato a parlare, evidenziando come la figura di Gianfranco rappresentasse un patrimonio politico imperdibile, e che pertanto non avrebbe potuto essere sacrificata in quel modo, quando La Russa, compreso il tenore del mio discorso, mi interruppe sostenendo che non avevo formalmente titolo a intervenire, visto che la mia nomina, unitamente a quella dei Presidenti di Regione da poco eletti, come me, non era stata ancora ratificata presso l’ufficio di Presidenza del PdL. E aggiungendo che, se verbalizzato, il mio intervento avrebbe rischiato di inficiare la validità della votazione. Terminata la riunione, il cui esito, purtroppo, è a tutti noto, mi avvicinai a La Russa manifestandogli con determinazione il mio disappunto. Quel formalismo aveva assicurato l’approvazione unanime del punto all’ordine del giorno, mentre io, come ho detto, ero contrario all’espulsione di Fini. Semmai non avrebbero dovuto farmi partecipare, ma, una volta presente, Ignazio non avrebbe mai dovuto togliermi la parola”.

La discussione si fa più interessante alla specifica domanda: Le lettere o le visite che si sarebbe aspettato e che invece non ha mai ricevuto?. E qui entra in gioco anche l’altra figura politica: “Quelle di Maurizio Gasparri e, appunto, di Ignazio La Russa – confessa Scopelliti – Proprio loro che, unitamente a Gianfranco Fini e Altero Matteoli, nonostante la mia giovane età, avevano fortemente voluto la mia candidatura a Sindaco di Reggio Calabria. Ero un giovane e apprezzato dirigente del partito, assessore regionale al lavoro, che sapeva coniugare la responsabilità istituzionale alla vitalità e all’efficacia della militanza, ma non era scontato ricevere anche il loro sostegno, nonostante con Gasparri e La Russa, all’interno del Movimento Sociale Italiano prima, e di Alleanza Nazionale poi, avevo condotto innumerevoli battaglie divenendo uno degli esponenti più rappresentativi della componente “Destra Protagonista”. È vero, nel tempo ho fatto scelte diverse, ma non ho mai sacrificato i rapporti personali sull’altare delle posizioni politiche; rapporti umani che per me vengono prima di tutto”.

I due vengono nuovamente citati dall’ex Sindaco e Governatore in altre occasioni: “Una cosa analoga – si legge – era accaduta all’interno della componente di “Destra Protagonista”, quando Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa avevano manifestato l’intenzione di aderire a Fratelli d’Italia. Ero stato uno dei pochi a pronunciarmi contro quel progetto. La notte prima che formalizzassero il loro proposito, all’uscita del ristorante “Er Fagiolaro” a Roma, La Russa mi affrontò duramente: “Ci devi dire una volta per tutte che intendi fare. Ce lo devi dire per il rapporto di fraterna amicizia che ci lega!” Risposi con franchezza dichiarandomi disponibile a non partecipare alla riunione prevista l’indomani, evitando così che un mio intervento potesse creare intralci al percorso che avevano immaginato. Il giorno dopo, nel corso di una conferenza stampa, un giornalista mi chiese cosa avevo intenzione di fare in merito al progetto di Fratelli d’Italia. A quel punto dovetti esprimere il mio pensiero dicendomi dispiaciuto perché le nostre strade stavano per dividersi. Appena le agenzie di stampa diffusero le mie dichiarazioni, Maurizio Gasparri, che nel frattempo, durante la notte, aveva cambiato idea, andò su tutte le furie, contestando le mie affermazioni e comunicandomi che sarebbe rimasto nel PdL. A distanza di qualche anno, dovetti sorbirmi anche la reprimenda di Ignazio La Russa, secondo il quale sarei stato la causa della sua “separazione” da Maurizio Gasparri, che era rimasto nel PdL in conseguenza della mia scelta”.

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