Giuseppe Scopelliti e Silvio Berlusconi, un rapporto di stima sincera: lo racconta l’ex Governatore della Calabria nel suo nuovo libro “Io sono libero”, in vendita dal 10 dicembre
Un rapporto importante, di stima reciproca e sincerità. E’ quello tra Giuseppe Scopelliti e Silvio Berlusconi. L’ex sindaco di Reggio Calabria e Governatore della Calabria, nel suo nuovo libro “Io sono libero” – pubblicato da Luigi Pellegrini editore, scritto dal giornalista Gianfranco Attanasio e in vendita dal 10 dicembre – ripercorre il rapporto tra i due esponenti politici e la “presenza” dell’ex premier durante le candidature a sindaco e a Governatore dell’uomo adesso in carcere per falso ideologico.
“Ho avuto uno splendido rapporto con Berlusconi – dice Scopelliti – A Reggio, durante la mia sindacatura, ho avuto la possibilità di mettere in campo interventi molto importanti anche grazie all’intesa che si era creata con i ministri del suo esecutivo. Il Cavaliere, dal canto suo, è stato spesso presente in città, mostrando grande attenzione per la comunità reggina”.
Ma c’è anche un altro aneddoto che Scopelliti ricorda con piacere e che fa capire la stima di Berlusconi nei suoi confronti e la sua difesa davanti a tutti. “Dopo una riunione dell’Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà, tenutasi a palazzo Grazioli – si legge in un altro aneddoto raccontato – mi intrattenni a parlare con lui di questioni calabresi. Mentre lo stavo informando di alcune mie scelte, Verdini e Cicchitto, che partecipavano alla discussione, espressero riserve rispetto alla linea politica che stavo adottando alla Regione. Berlusconi, chiaramente infastidito, li interruppe subito dicendo che si trattava di questioni rispetto alle quali avevo piena autonomia. Verdini e Cicchitto rimasero visibilmente contrariati da quella risposta, ma dovettero ingoiare il rospo. Non finì qui. Mentre andavo in aeroporto, un amico mi raggiunse telefonicamente informandomi che la discussione era continuata, e con toni aspri, anche dopo. I due dirigenti azzurri erano stati aspramente ripresi da Silvio Berlusconi, ai quali aveva ribadito che nessuno avrebbe dovuto interferire nelle mie scelte. ‘Peppe, non hai miglior amico del Cavaliere; avresti dovuto sentire come ha preso le tue parti‘, mi disse quell’amico”.